L’edera è la pianta rampicante per eccellenza ma vediamo come innaffiare questa pianta e come curarla nel modo giusto.
L’edera è una pianta molto comune ed è la più comune delle piante rampicanti. Appartiene alla famiglia delle Araliacee e il suo nome scientifico è Hedera helix. Ci sono tantissime varietà di questa pianta e ognuna di loro può avere foglie diverse nella forma e nel colore.
Siamo abituati a vedere le foglie di un verde intenso, ma possono anche essere gialle o bianche. Moltissime persone usano questa pianta per abbellire qualche parete esterna, oppure anche la recinzione di casa. Ma nulla vieta di tenerla in casa in vaso. L’Hedera helix è proprio la varietà che si presta meglio ad essere coltivata in casa.
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L’edera è così apprezzata perché non ha bisogno di molte cure. Tuttavia, è sempre importante conoscere le sue caratteristiche, se l’avete, per poter avere i giusti accorgimenti quando e se ne avrà bisogno. Un aspetto molto importante, ad esempio, è l’acqua, ovvero come e quando innaffiare.
Come per tutte le piante è importante guardare e valutare lo stato del terreno. Se immergendo le dita sentite che i primi due centimetri sono asciutti, allora è il momento di dare acqua. Infatti, il terreno deve essere sempre leggermente umido. Dare troppa acqua significherebbe agevolare i ristagni e questo come conseguenza diretta ha il proliferare di batteri. Inoltre, attireranno gli acari.
L’acqua di cui l’edera ha bisogno è sicuramente a temperatura ambiente e possibilmente distillata. La quantità, invece, varia a seconda dell’esposizione alla luce del sole e della stagione. Se la vostra pianta viene esposta qualche ora alla luce diretta del sole, naturalmente il terreno si asciugherà molto presto. Anche se in base alle caratteristiche di questa pianta, la soluzione migliore è esporla a tanta luce, ma indiretta. Ad ogni modo, in inverno di solito ha bisogno di acqua ogni 3-4 giorni, mentre d’estate richiede acqua spesso, soprattutto nebulizzata sulle foglie.
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È molto importante avere cura del terreno e renderlo il più adatto possibile ad accogliere l’acqua. Un terreno troppo pesante non va bene. L’ideale è un misto di terreno comune, sabbia, torba e un po’ di perlite.