Decluttering, la sacra arte del gettare il superfluo e vivere in un ambiente ordinato. Quali sono i pensieri che ci ostacolano?
Alle volte vivere in un ambiente disordinato non c’entra nulla con l’abitudine di pulizia che abbiamo ogni giorno. Si creano situazioni per le quali è impossibile quasi ritrovarsi un ambiente pieno e sereno. Questo accade nello specifico in una circostanza: quando le cose che teniamo a casa iniziano a diventare troppe.
In quel caso, avremo l’impressione quasi claustrofobica di abitare in un ambiente sempre più stretto, che ci confonde e irrita l’umore. Se vi sentite così, non temete: oltre ad essere uno dei classici campanelli d’allarme del disordine e di un luogo sopraffollato, c’è anche una soluzione, come a tutto.
Avete mai sentito parlare del decluttering? Si tratta, per dirla all’italiana, dell’eliminazione del superfluo. Dobbiamo buttare tutto quel che non ci serve. A dirsi è molto facile, ma a farlo: spesso, a trattenerci, c’è un vero e proprio carico emotivo che prende piede da alcuni pensieri ricorrenti.
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Gettare il superfluo, il decluttering parte dall’emotività: ecco perché
Alcuni tra i pensieri più frequenti sono i seguenti. Questi infatti, molto spesso facendo leva su una sorta di senso di colpa, ci impediscono di liberarci da un peso che, oggettivamente, non ci serve più.
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Il primo carico è il valore emotivo che un oggetto può avere: ora, a parte casi troppo specifici, questo fare nostalgico è disfunzionale anche da un punto di vista psicologico. Se infatti basta un oggetto per alterare un’emozione, o per darci la sensazione di eliminarla, c’è qualcosa di sbagliato nel mondo in cui l’abbiamo costruita, quella determinata sensazione. La sede delle nostre emozioni siamo solo noi.
Se invece pensiamo a quanto abbiamo speso, facciamo un torto al nostro presente, pur di stare dietro al nostro passato. E va bene, in passato abbiamo sbagliato a spendere dei soldi, ma questo non vuol dire che di quell’errore dobbiamo ancora pagare lo scotto. E se qui il nostro occhio è fisso al passato, al futuro invece è la tendenza del “potrebbe riservirmi”: la cosa è risolvibile con lo stesso atteggiamento. Adesso non ti serve: è un motivo sufficiente per eliminarlo.