Attenzione all’acrilammide, che è presente in dei cibi che siamo abituati a mangiare molto spesso e che può avere conseguenze molto gravi.
Acrilammide, un nome che suscita timori ed a giusta ragione. Si tratta infatti di una sostanza presente in alcuni degli alimenti che siamo soliti consumare con cadenza settimanale. E gli effetti di una sua assunzione in una misura superiore a quanto dovrebbe essere può esporre al rischio di contrarre una qualche forma di cancro.
Del resto la comunità medico-scientifica ha affermato più volte di quanto potenzialmente cancerogeno sia l’acrilammide. Il quale colpisce in prevalenza il sistema nervoso centrale e periferico. La Commissione Europea ha stabilito dei criteri ben precisi per limitare la sua presenza negli alimenti.
Ci sono anche delle precise indicazioni he riguardano la preparazione di alcuni alimenti nei quali può formarsi l’acrilammide. La sua formazione avviene in particolare quando, nel corso di una frittura, si supera quello che è il cosiddetto punto di fumo. Il quale varia a seconda dell’olio usato. Per alcune tipologie la temperatura massima da non superare è già sui 120°, ma più diffusamente si aggira sui 180°.
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Acrilammide, in quali alimenti si trova
Superato questo valore, il fumo bianco ben visibile aumenta. E quello è proprio frutto dei processi chimici nocivi che danno forma alla acrilammide, che non va assunto in maniera continuata proprio perché molto pericoloso. Tutte le fasce d’età sono soggette in egual misura alla pericolosità di questa sostanza.
Ci sono anche altre tipologie di cibi dai quali può avere adito questa pericolosa molecola, che sorge quanto amidi, zuccheri ed aminoacidi vengono cotti anche al forno oppure alla griglia. I cibi dai quali possono esserci più probabilità di incappare in conseguenze negative sono:
- pizza;
- pane;
- biscotti;
- cereali;
- crackers;
- fette biscottate;
- patate al forno;
- caffè;
- fritture varie;
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Oltre al fumo, c’è anche un altro segno visivo che attesta la pericolosa presenza dell’acrilammide. E si ha quando un cibo è prossimo a bruciarsi. Le parti scure non vanno mangiate proprio perché lì avviene una concentrazione maggiore di questa molecola nociva.
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L’assunzione di vitamina C si consiglia per fortificare il sistema immunitario e per evitare che la sostanza in questione si accumuli in maniera eccessiva nell’organismo a seguito dell’ingestione di cibo cotto o fritto oltre il punto di fumo.