Il rapporto tra sindrome dell’ovaio policistico e metabolismo è davvero stretto, per questo motivo, seguire una dieta corretta, è una terapia efficace.
Il rapporto tra sindrome dell’ovaio policistico e metabolismo è davvero stretto, per questo motivo, seguire una dieta corretta, è una terapia efficace. I medici consigliano sempre ai propri pazienti con questa sindrome una dieta specifica. L’alimentazione è fondamentale per tenere sotto controllo tale patologia. Questa sindrome è un disordine endocrino e metabolico.
Si tratta di uno dei disturbi endocrini più diffusi tra le giovani donne, soprattutto quelle di età compresa tra 14 e i 30 anni, quindi in pieno sviluppo. I sintomi, generalmente, sono eccessiva peluria, acne, alopecia sulla nuca, ciclo irregolare o che salta. Tale patologia può aumentare il rischio di infertilità. Gran parte dello donne ne che soffre è in sovrappeso, a conferma dei disturbi metabolici.
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Dieta, la terapia per la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS)
Non soltanto le ragazze in sovrappeso ne sono colpite, ma ci sono casi anche di donna snelle, ma comunque con problemi alimentari. I disturbi metabolici sono spesso causa di iperinsulinemia, ossia l’eccesso di insulina, che determina grasso addominale. Livelli troppo alti di insulina comportano alterazione di livello epatico, quindi di estrogeni, facendo aumentare gli androgeni, gli ormoni degli uomini.
La PCOS si caratterizza per via dell’obesità, dell’insulinoresistenza e per l’iperandrogenismo, appunto. Per affrontare la malattia, occorre seguire un piano alimentare sano e corretto. Dimagrendo correttamente, si abbassano anche i livelli di insulina. La dieta corretta, in questo caso, deve essere a basso indice glicemico e ipocalorica.
La dieta, ovviamente, cambia in base al peso del paziente e alla gravità della situazione. La sindrome dell’ovaio policistico, molto spesso, genera rischi metabolici e cardiovascolari, con pressione arteriosa elevata, picchi glicemici e colesterolo cattivo in eccesso. Le infiammazioni e lo stato generale interno è dovuto direttamente all’alimentazione.
Fattori genetici, ma anche alimentazione scorretta, stile di vita errato, vizi, non fanno altro che peggiorare la situazione. Inoltre, come capita spesso, donne obese soffrono anche di fegato grasso, ossia di steatosi epatica non alcolica. Dieta sana, specialmente quella mediterranea, salutare e variegata, nonché fresca, e anche una buona attività fisica, non possono che portare benefici.
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Donne estremamente obese e con metabolismo non sano, devono affrontare una dieta chetogenica. Inoltre, che siano magre o grasse, le donne con questa sindrome devono ridurre il consumo di carboidrati, che generano stress ossidativo e infiammazioni. La dieta, dunque, è la prima terapia per superare la sindrome. A questa, poi andranno affiancati altri trattamenti, con specifici integratori e farmaci ormonali.