Ora che il caldo comincia a farsi sentire, c’è anche l’esigenza di proteggere la pelle con le creme solari, ma per orientarti nella scelta evita quelle che presentano questo ingrediente, poiché è dannoso per i coralli.
È indispensabile proteggere la pelle dal sole. Una scorretta esposizione può infatti danneggiare la cute provocandone la perdita di idratazione, di elasticità e quindi l’invecchiamento precoce. E le creme solari sono di fondamentale importanza in questi casi. Però è necessario prestare attenzione a quali scegliere, perché non tutte possono far bene, non solo a noi ma anche all’ambiente marino.
Secondo il National Park Service, sono tra le 4.000 e le 6.000 le tonnellate di crema solare che ogni anno entrano nelle barriere coralline. E la questione su come l’utilizzo delle creme solari possa influire negativamente sull’ecosistema marino è stata già sollevata in passato, tant’è che alcuni Paesi hanno preso una posizione al riguardo, vietandone l’utilizzo.
Ma una recente ricerca ha fatto un passo avanti dimostrando come alcuni filtri UV presenti nelle creme solari siano delle sostanze tossiche per i coralli. Vediamo dunque quali sono le creme solari da evitare per un acquisto consapevole nell’ottica della sostenibilità ambientale.
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Evita queste creme solari, la tua scelta contribuirà alla sostenibilità ambientale
Abbiamo visto come nelle creme solari l’ossibenzone sia un ingrediente pericoloso per l’uomo, poiché in grado di provocare conseguenze negative a contatto con la nostra pelle. Ma fino ad ora non eravamo a conoscenza del fatto che questo ingrediente fosse altrettanto nocivo per l’ambiente marino.
Lo ha rivelato uno studio pubblicato sulla rivista Science, durante il quale i ricercatori hanno scoperto che i coralli sono in grado di assorbire l’ossibenzone, che viene poi convertito in fototossine, molecole che, se esposte alla luce solare, diventano dannose. Questa ricerca è stata condotta sugli anemoni di mare, la cui esposizione all’ossibenzone è di circa 2 mg per litro di acqua di mare.
Djordje Vuckovic e Bill Mitch, i due principali ricercatori dello studio, su un articolo di DowntoEarth hanno così affermato: “Gli anemoni, come i coralli, hanno una superficie traslucida, quindi se l’ossibenzone agisse come una fototossina, i raggi UV che colpiscono il gruppo luminoso innescherebbero una reazione chimica e ucciderebbero gli animali, mentre il gruppo oscuro sopravvivrebbe”.
Ed è proprio ciò che è successo: dopo 6 giorni è morto il primo anemone esposto all’ossibenzone e lasciato alla luce UV. Lo stesso è accaduto a tutti gli altri anemoni esposti alla luce. Si sono invece “salvati” quelli che non si sono esposti ai raggi UV. Dunque dobbiamo attenerci a non comprare le creme solari che contengono ossibenzone? Non solo.
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Vuckovic e Mitch avvertono che potrebbero essere pericolose anche tutte le sostanze chimiche che contengono lo stesso gruppo alcolico dell’ossibenzone, dato che possono essere ugualmente convertite in fototossine. Nonostante siano indicate come “sicure per la barriera corallina”, è dunque bene fare attenzione a queste sostanze come a tutti gli altri ingredienti riportati in etichetta.