Un nuovo studio che arriva dagli Stati Uniti suggerisce che la depressione possa essere prevenuta grazia ad interazioni sociali di qualità.
Secondo uno studio americano pubblicato in seguito sul Journal of Social and Personal Relationship, le interazioni sociali sono importanti per la felicità dell’individuo. La ricerca suggerisce che aumentare l’interazione sociale, può portare a tassi più bassi di solitudine e depressione. Al giorno d’oggi, alcune danno per scontato di quanto sia importante parlare con qualcuno e si rintanano dietro uno smartphone coltivando amicizie più che altro virtuali.
Perciò è stato importante identificare le componenti delle interazioni sociali quotidiane. Esse sono associate ai cambiamenti dell’umore depresso e della solitudine attraverso questo studio. I ricercatori hanno assemblato un gruppo di volontari americani, reclutati attraverso annunci sui social media e volantini distribuiti. Il gruppo era composto da circa 500 partecipanti adulti, i quali hanno completato sondaggi giornalieri per 75 giorni di fila. I volontari hanno anche completato questionari sulle misure di:
- depressione
- solitudine
- auto-rivelazione vulnerabile
- quantità di interazione sociale
- reattività percepita
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I risultati dello studio sulla depressione e le interazioni sociali
I risultati hanno mostrato che: gli individui che hanno partecipato a più interazioni sociali, più auto-rivelazioni e hanno sentito una sensibilità maggiore nei confronti degli altri, mostrano livelli più bassi di depressione e solitudine. Una maggiore interazione sociale quindi, non importa quale sia la linea di base dell’individuo, può essere un fattore protettivo.
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Questo studio ha trovato che l’aumento dell’auto-rivelazione vulnerabile è collegato ad una maggiore depressione e solitudine quando l’individuo ha sentito che c’era una maggiore reattività. Questo è incoerente con simili ricerche recenti. L’effetto della qualità e della quantità dell’interazione sociale era sia per la solitudine che per l’umore depresso, mostrando una forte relazione tra queste due variabili. Nonostante i molti punti di forza di questo studio, come il disegno longitudinale e la raccolta quotidiana dei dati, ha anche alcuni limiti. È difficile sapere se questi risultati sarebbero diversi se i partecipanti fossero stati campionati più o meno frequentemente.