Per quale motivo frutta e verdura coltivate ai giorni d’oggi hanno un contenuto di sostanze nutritive inferiore? Cosa hanno scoperto i ricercatori.
Frutta e verdura, una volte erano più buone e più nutrienti. E non lo dicono i nostri nonni, o chi ha alle spalle sufficienti primavere da ricordare come stavano le cose qualche decennio fa. Ci sono degli studi appositamente condotti che riferiscono di come i prodotti della terra di oggi sono decisamente insoddisfacenti se messi a paragone con i loro omologhi del passato.
Ad essere mutati sono i livelli di sostanze nutritive contenute in frutta e verdura al giorno d’oggi, ed in peggio purtroppo. Sono emerse delle limitazioni e delle carenze tali da alterare in maniera negativa le condizioni di salute di persone che basano la loro alimentazione su certi schemi dietetici particolari. Come ad esempio quelli completamente vegetariani.
Cosa hanno messo in evidenza queste osservazioni? Che in pratica cereali, frutta e verdura coltivati e colti adesso hanno un quantitativo di proteine al loro interno molto più basso che in passato. Addirittura già solo dieci anni fa questi valori erano superiori. Ed a scarseggiare sono anche vitamine, ferro, calcio, fosforo e quant’altro.
Frutta e verdura, i motivi del perché sono meno nutrienti ora
Non è difficile fare un collegamento tra quelli che sono i metodi utilizzati in passato per le coltivazioni dei cereali, di frutta e verdura con quelli odierni. E più improntati su delle dinamiche prettamente industriali. In molti casi si riesce a conferire un aspetto assai più invitante esteriormente, ma alla forma non corrisponde la sostanza.
Lo sfruttamento intensivo e probabilmente anche il massiccio utilizzo di diserbanti e concimanti vari finisce con il danneggiare il suolo. E le colture risultano essere di conseguenza deteriorate. Anche i modi applicati per irrorare il terreno i fertilizzanti e la raccolta hanno il loro contributo in negativo.
Inoltre incorrono pure dei problemi tristemente noti come quelli legati al cambiamento climatico, che comportano conseguenze catastrofiche.
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Perché non si può più tornare indietro
La diminuzione più consistente riguarda quella della riboflavina, una molecola fondamentale delle vitamine del gruppo B, calata in media del 38% nei prodotti della terra. Ed anche la vitamina C, il calcio ed il ferro sono scesi drammaticamente in media.
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In più di settant’anni poi i cereali hanno perso circa il 23% di proteine e di altre sostanze fondamentali. Purtroppo questa sembra essere una di quelle situazioni che non comportano un punto di non ritorno.
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Bisognerebbe ridurre lo sfruttamento intensivo del suolo ed i livelli di inquinamento, per ridare ai prodotti della terra il sapore e le proprietà nutrizionali di un tempo. Due fattori che è praticamente impossibile che possano trovare un riscontro nella realtà.