Non ci sarà più bisogno della dichiarazione dei redditi per ottenere i rimborsi in quei casi che lo prevedono. Il Cashback fiscale velocizza e facilita tutto quanto.
Cashback fiscale, il Governo Draghi è propenso ad introdurlo tra le principali novità della riforma fiscale. Come è facile immaginare, questa misura intende facilitare quei processi che portano i cittadini a potere avere diritto di rimborsi frutto di detrazioni dalle loro spese.
Il che è il principio di ogni procedimento di cashback. C’era stato quello di Stato, promosso dal Governo Conte tra 2020 e 2021 e che aveva riscosso un buon successo. La sua introduzione aveva avuto come principale scopo quello di contrastare l’evasione fiscale.
Tuttavia l’Esecutivo Draghi non ha confermato poi la misura, anche se ora è in arrivo questo cashback fiscale, che dovrebbe essere introdotto a partire dal 2023. Ad oggi, per potere ricevere le relative detrazioni fiscali su alcune spese è necessario inserire queste uscite all’interno della dichiarazione dei redditi.
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Cashback fiscale, come fare per ottenerlo
Così facendo si ha diritto al 19% previsto dalla legge, in ritorno rispetto alla cifra spesa. Con il cashback fiscale invece il rimborso sarà immediato ed avrà luogo direttamente sull’Iban indicato. L’appuntamento in Senato per fare si che il provvedimento diventi un decreto legge vero e proprio è atteso per il prossimo mese di giugno.
Se tutto andrà come deve, l’applicazione della misura dovrebbe scattare a partire dalla primavera del prossimo anno. Sarà compito dell’utente informare l’esercente di turno sulla volontà o meno di volere usufruire di questo cashback, con il relativo scontrino o la fattura emesse che ne riporteranno voce.
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La cifra incassata, da parte dell’esercente, va comunicata alla anagrafe tributaria assieme alla eventuale applicazione del cashback fiscale. Farà da punto di riferimento l’applicazione Io, che già serve per assolvere diverse altre funzioni.
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Questa misura rientra quindi perfettamente nel novero dell’annuncio fatto dal Governo in merito alla volontà di volere snellire l’accesso e la possibilità di fruire ai servizi messi a disposizione dalla Pubblica Amministrazione. Una cosa che si è resa indispensabile anche alla luce delle limitazioni sociali connesse alla pandemia.