Demenza: il colesterolo buono può ridurre il rischio, lo studio

Uno studio ha evidenziato la capacità del colesterolo buono (HDL) di ridurre il rischio di demenza, ma vediamo tutti i dettagli.

morbo di alzheimer
Alzheimer (Pixabay)

Quando si parla di demenza si indica un deterioramento di alcune parti del cervello che portano ad un declino cognitivo nella persona. Si può manifestare con l’avanzamento dell’età anche se i fattori di rischio sono diversi. La più diffusa forma di demenza è il morbo di Alzheimer.

Attualmente è affetto da demenza il 5% della popolazione mondiale sopra i 65 anni e il 30% oltre agli 85. In base alle ricerche effettuate si stima che questi numeri sono destinati ad aumentare nei prossimi anni. Gli studi si stanno facendo sempre più frequenti su questo argomento e, anche se non c’è ancora una cura, ci sono trattamenti e si sta cercando di svelare ogni dettaglio.

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Ad esempio, gli studiosi hanno capito che i livelli di colesterolo nell’organismo sono molto importanti e influiscono sul rischio di questa malattia. Ma vediamo qui di seguito tutti i dettagli delle recenti scoperte.

Demenza: il colesterolo buono (HDL) riduce il rischio

dieta per migliorare colesterolo
Colesterolo nel sangue (Pixabay)

Lo studio proviene dall’Alzheimer Disease Research Center (ADRC) dell’Università della California meridionale (USC) e il programma di invecchiamento dell’Huntington Memorial Research Institute (HMRI). Ha coinvolto 180 persone di età superiore a 60 anni alle prese con dei test cognitivi. Inoltre, i ricercatori hanno esaminato il liquido cerebrospinale di ognuno.

Alla fine delle analisi e dei confronti è emerso che chi aveva livelli più alti di colesterolo buono HDL aveva una migliore funzione cognitiva. Questo elemento può portare alla formazione di altri trattamenti della malattia. Naturalmente dovranno essere fatti degli approfondimenti sull’argomento. Infatti, ci sono molti sottotipi di particelle HDL e gli studiosi non sanno determinare quale siano quelli che effettivamente migliorano lo stato del cervello.

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Tuttavia, questi risultati rimangono interessanti, anche perchè rimanevano esattamente gli stessi tenendo conto del genere, dell’età, del grado di istruzione dei partecipanti e della presenza del gene ritenuto portatore del morbo di Alzheimer (APOE4).

Colesterolo buono: che cos’è

Il colesterolo buono è rappresentato dalle lipoproteine ad alta intensità indicate con la sigla HDL. Queste proteine hanno il compito di andare a prendere il colesterolo nelle arterie e portarlo negli organi, ad esempio il fegato, incaricati di elaborarlo e di eliminare quello in eccesso. Quindi, il ruolo del colesterolo buono è assolutamente positivo per l’organismo, come indica il suo nome, a differenza di quello cattivo.

Quello cattivo, invece, indicato con LDL, è formato da lipoproteine a basa intensità che trasportano il colesterolo nei vasi sanguigni e lo rilasciano poi a cellule e tessuti. Una quantità eccessivo di questa sostanza porta alla formazione di una placca che ostruisce il passaggio del sangue. Quindi, rappresenta un grave rischio per la salute.

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