Quali frutti dovremmo evitare se soffriamo di glicemia alta? Ecco l’elenco dei cibi banditi e di quelli che possiamo continuare a consumare.
La frutta è un alimento benefico, prezioso per accrescere il benessere mentale e donare vigore ed energia al nostro corpo. Se abbiamo la glicemia alta, però, non tutti i frutti possono essere consumati indiscriminatamente: scopriamo quelli che non dovremmo mangiare per evitare di accrescere ulteriormente i livelli di zucchero nel sangue.
Glicemia alta: i frutti da evitare
L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di consumare tre porzioni di frutta al giorno.
Questa categoria di alimenti, infatti, offre preziosi nutrienti, essenziali per il nostro benessere psicofisico.
La varietà di frutta tra cui scegliere è davvero abbondante, e bisognerebbe prediligere i cibi di stagione e a chilometro zero.
C’è un altro vincolo, inoltre, che chi soffre di glicemia alta dovrebbe rispettare: evitare di consumare alcuni frutti.
L’assunzione di determinate varietà, infatti, per via dell’abbondante quantità di zucchero, rischia di provocare l’insorgenza di pericolosi picchi glicemici, dannosi soprattutto per chi è a rischio di sviluppare il diabete.
Quali sono i frutti da non mangiare in caso di iperglicemia? Nell’elenco dei cibi banditi rientrano:
- Ciliegie;
- Uva;
- Frutta secca;
- Banane;
- Cachi;
- Prugne;
- Datteri;
- Fichi;
- Ananas.
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Glicemia alta: quali frutti si possono mangiare?
Naturalmente, avere la glicemia alta non significa dover rinunciare a mangiare i frutti che ci piacciono.
Basta solo fare attenzione, continuando a consumare esclusivamente quelli che non contengono quantità di zucchero elevate al punto da risultare rischiose per la nostra salute.
In linea generale, dovremmo abolire la frutta eccessivamente matura e consumare questi alimenti di sera, evitando di superare porzioni superiori a 350 grammi.
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Rispettando questi semplici criteri, potremo mangiare senza alcun rischio frutti come:
- Mele;
- Pere;
- Nespole;
- Fragole;
- Arance;
- Albicocche;
- Lamponi;
- Pesche.
In linea di massima, in ogni caso, è sempre consigliabile rivolgersi al proprio medico di base.
Il professionista, infatti, sarà in grado di valutare il nostro stato di salute e la nostra specifica situazione, formulando un piano alimentare personalizzato che tenga conto di numerose varianti.