Anche in Italia sono stati accertati i primi casi di epatite acuta nei bambini, dopo l’allarme scattato nel Regno Unito, i dettagli.
Alcuni giorni fa è arrivato un allarme dal Regno Unito che segnalava la presenza di una forma di epatite acuta nei bambini con all’attivo 74 casi. I primi casi sono stati registrati nel mese di gennaio, si tratta di una forma molto aggressiva e i sospetti sono indirizzati verso una forma virale. Nei mesi la situazione non si è arrestata, tanto da far crescere il timore, anche al di fuori del Paese.
Il timore era fondato. Adesso l’allarme è scattato anche in Italia in quanto ci sono alcuni bambini che hanno riportato questa forma aggressiva di epatite acuta e sono stati ricoverati in ospedale. Ma non c’è solamente l’Italia coinvolta in questa “epidemia”. Sono coinvolti, purtroppo, anche altri Paesi d’Europa.
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Vediamo a che punto sono le indagini dei ricercatori su questo tipo di malattia, che in alcuni casi ha portato anche a dei trapianti. Qui di seguito cercheremo di raccogliere tutte le informazioni date fino a questo momento.
Dopo i primi casi del mese di gennaio e i casi che sono emersi nei mesi successivi, l’ UK Health Security Agency ha avvertito la popolazione di un vero e proprio focolaio. Purtroppo, questa forma, che si pensa essere virale, di epatite si è diffusa anche in altri Paesi e sta continuando a farlo. Ad oggi si parla di Spagna, Stati Uniti, Paesi Passi, Danimarca e Italia. In Italia i casi accertati sono 4, ma è scattata una rete di informazioni tra ospedali per individuarne altri.
Giuseppe Indolfi, epatologo del Meyer di Firenze, consulente dell’Oms per le epatiti virali e responsabile dell’area fegato della Società europea di gastroenterologia, ha riferito che l’attenzione degli esperti si è intensificata dopo che in un caso è servito il trapianto. Ad oggi ci sono stati diversi trapianti di fegato nei bambini colpiti da questa malattia.
Per il momento è escluso che sia una forma di infezione legata al Covid o al vaccino, dal momento che i bambini colpiti sono piccoli e non hanno nè fatto il vaccino nè contratto il virus. La forma che si sta diffondendo non rientra nelle epatiti già conosciute. C’è una forma di contagiosità molto particolare, ma non si riesce a capire quale sia l’origine.
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Al momento i ricercatori stanno vagliando ogni possibile ipotesi, anche infezioni legate a adenovirus, ma non ci sono abbastanza elementi per averne la certezza. Le ricerche stanno continuando e sicuramente ne sapremo di più.