È preclusa ai figli la possibilità di potere ottenere la pensione di reversibilità in delle specifiche situazioni. Si tratta delle seguenti, eccole nel dettaglio.
La pensione di reversibilità è quella importante misura di previdenza specificata dall’INPS e concepita per fare si che, alla morte di chi contribuiva in maniera principale al sostentamento della famiglia, la pensione percepita da quest’ultimo al momento del decesso finisca con l’essere attribuita al coniuge e/o agli eventuali figli.
Per avere accesso alla pensione di riversibilità bisogna rispettare alcuni requisiti. Altrimenti non sarà possibile ottenere una quota della stessa. Della misura può essere beneficiario un coniuge anche in caso di avvenuta separazione.
Per esempio, in relazione proprio ai figli, può venire meno il potere contare sulla pensione di reversibilità dei genitori in un preciso caso. Di quale si tratta?
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Pensione di reversibilità, quando è legittima e quando vige l’obbligo di mantenimento
La legge stabilisce che la pensione di reversibilità va concessa ai figli quando in minore età, oppure anche se maggiorenni ma impossibilitati a potere accedere al mondo del lavoro. Inoltre vige anche un limite di età a seconda di determinate situazioni.
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Ed uno dei paletti fissati riguardo o meno l’ottenimento della reversibilità riguarda l’istruzione. Se un figlio è impegnato con gli studi universitari, sussiste l’obbligo per i genitori di dovere mantenere la prole. Tale obbligo vige fino ai 25 anni se i ragazzi non hanno modo di essere indipendenti, ed anche fino ai 30 nel caso in cui siano iscritti all’università.
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D’altro canto però anche i figli in questione devono metterci del loro per non sembrare dei mantenuti e dei privilegiati. In base a quanto stabilito da alcune sentenze della Corte di Cassazione emesse in passato, suddetti figli devono impegnarsi attivamente per potere “meritare” l’aiuto ed il sostegno da parte dei loro genitori. Se si è a carico ovviamente non è possibile percepire la reversibilità.