Quanti anni di contributi part time servono per andare in pensione? Cosa comporta il part time ai fini pensionistici? E Quanto vale un anno di part time?
Contributi part time, anche chi ha un lavoro non a tempo pieno ha il diritto a potere usufruire del fondo necessario per potere avere la pensione un domani. Anche in questo caso poi la quantità di contributi part time accumulati verrà impiegata allo scopo di potere procedere con il calcolo dell’importo finale.
Allo stato attuale tutto quanto è fortemente vincolato a quello che è il proprio stipendio. È chiaro che, se si ha modo di usufruire di una retribuzione più elevata, ci sarà la possibilità di potere versare un quantitativo di contributi al mese più alto.
Questo principio può valere benissimo anche per i contributi part time. Possono esserci situazioni di lavoro con alte retribuzioni nonostante un orario correlato ridotto. C’è anche una importante distinzione che può essere fatta tra lavoro parziale verticale e lavoro parziale orizzontale.
Contributi part time, cosa comporta il part time ai fini pensionistici?
Un esempio di lavoro part time orizzontale può essere un impiego che va dal lunedì al venerdì (oppure al sabato) con 4 ore di impiego. Invece il lavoro part time verticale alterna giornate di lavoro piene, consuetudine di un impiego full time, ma con la limitazione di un certo numero di giorni da non potere superare ogni mese.
Solamente a partire dal 2020 il lavoro verticale è entrato a fare parte della contribuzione piena. Questa è una buona notizia per tutti coloro che sono interessati da questa condizione, anche se serve comunque presentare alcune caratteristiche richieste.
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Cosa comporta il part time ai fini pensionistici?
Per esempio è fondamentale che si rispetti il minimale retributivo. Comunque un anno di lavoro part time verticale viene calcolato normalmente allo scopo di maturare i 20 anni di pensione per la vecchiaia.
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Per quanto riguarda il già citato minimo utile retributivo, è necessario potere dichiarare un reddito che poggi su almeno 49,91 euro al giorno. E che in un mese porta a circa 1098,02 euro.
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Cifra che corrisponde al 9,50% del trattamento minimo previsto dall’INPS, fissato a 525,38 mensili. E l’anno di contributi scatta se si ha un reddito annuo minimo di 10.724 euro.