Quanto c’è di vero sul 5g pericoloso, come in alcuni pensano? I risultati di non poche ricerche internazionali danno finalmente delle risposte certe.
Il 5G pericoloso, quante volte lo abbiamo sentito? Ebbene, è bene precisare come la cosa non corrisponda affatto a verità. In realtà questa specifica emissione di onde non provoca nulla. Specifichiamo che si rende necessario per fornire un servizio sempre più veloce e stabile in quelle che sono le comunicazioni wireless.
La rete del 5G per i telefoni cellulari ha preso il posto delle vecchie frequenze televisive, che si stanno spostando in massa su altri spazi. Contestualmente il 5G ha richiesto l’installazione di nuove antenne tecnologicamente avanzate.
Proprio questo aspetto però ha dato adito ai soliti complottisti ed a chi non sa evidentemente informarsi a dovere sullo speculare sulla cosa. E sul gridare ai quattro venti che il 5G sarebbe pericoloso. Addirittura c’era chi diffondeva fake news che riguardavano una assurda connessione diretta tra il 5G e la pandemia ancora in corso. Tutte cose che però non corrispondono per niente al vero.
Questo standard fa utilizzo di radiazioni elettromagnetiche, come tutti quelli che lo hanno preceduto del resto. La particolarità è che le onde raggiunte dal 5G sono molto elevate. Questo non dà adito ad alcuna controindicazione per il fisico.
Il fatto però che il 5G abbia bisogno di un numero di ripetitori più elevato per funzionare meglio porta alla necessità di dovere costruire più antenne, spesse volte anche in prossimità delle abitazioni.
Ci sono ricerche apposite fatte per stabilire se e quanto il 5G possa essere pericoloso. A finire sotto la lente di ingrandimento è l’intensità di emissione del segnale, che non è comunque dissimile da quelli già affermati da anni.
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E non bisogna dimenticare comunque come l’emissione di segnali radio come il 5G è comunque soggetto a delle rigide regolamentazioni sia di carattere nazionale che in relazione a quanto definito da precise direttive emesse dalla Commissione Europea.
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L’ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Raditation Protection), come riportato da blog.osservatori.net, fa sapere che l’ente in questione non ha riscontrato alcuna conseguenza sul lungo periodo in materia di esposizione a queste onde elettromagnetiche.
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Inoltre in Italia vige una precauzione ulteriore in tal senso, dal momento che si applica una riduzione di cento volte rispetto al livello massimo di emissione specificata dalle direttive internazionali.