Perché i filtri che valutano la bellezza sui social sono dannosi

In una società iperconnessa i social sono diventati lo strumento ideale per apparire, ecco perché molti giovani utilizzano i filtri di bellezza, che però possono fare male. Scopriamo insieme perché.

telefono dannoso
Ragazza che utilizza i social (Pixabay)

Se la società ci impone dei modelli di bellezza, i social sono in grado di aiutarci a metterli in pratica, anche se ciò vuol dire fingere, dato che esistono tanti filtri di bellezza in grado di mostrare al mondo ciò che in realtà non siamo, solo per sentirci più belli e più apprezzati.

Ce ne sono poi altri che sono addirittura in grado di giudicare la bellezza di una persona e ciò è ancora più preoccupante. Questi filtri sono sempre di più e spopolano soprattutto tra i giovani.

Sono loro, infatti, che più di tutti hanno bisogno di sentirsi accettati e apprezzati, perché magari da soli non sono in grado di farlo. Ed ecco perché sono disposti a ricorrere anche a questi mezzi per soddisfare il loro desiderio. Strumenti che però a lungo andare possono diventare pericolosi.

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Perché i filtri di bellezza dei social fanno male

social network
Social network (Pexels)

Non esistono solo i più comuni filtri in grado di modificare le foto oppure di renderti più bella mentre fai una story, magari con la pelle brillante e il volto privo di occhiaie. Di recente hanno spopolato su Tik Tok, social cinese lanciato nel 2016 ma che è diventato famoso in breve tempo per le sue challenge, dei filtri-quiz. Questi sono in grado di dare dei giudizi nei confronti della bellezza degli utenti con una valutazione che va da 0 a 100.

Questo “gioco” è stato veicolato sul social con hashtag come #attractivenessfilter e #beautyscanner, che stanno spopolando sempre più, forse perché non tutti lo hanno preso come un gioco. Specialmente i ragazzi più giovani possono prendere sul serio la questione. Circolano infatti alcuni video che mostrano alcune reazioni negative dei ragazzi di fronte a un punteggio poco soddisfacente.

Questi filtri, però, non si basano su alcun tipo di fondamento, poiché agiscono totalmente a caso, senza basarsi su lineamenti o proporzioni. Si tratta di una questione che, secondo un articolo di Allure US, genera un problema nel problema. Questo perché i soggetti più fragili e insicuri, con poca autostima nei propri confronti, ripongono grandi aspettative nel punteggio finale, senza comprendere che in realtà la bellezza non si può valutare da un semplice punteggio dato da un dispositivo elettronico.

Ecco perché un punteggio negativo può generare in loro meccanismi pericolosi che possono sfociare in depressione e rabbia. Questi filtri possono quindi rivelarsi dannosi perché in grado di alimentare ancora di più le discriminazioni già presenti e il disagio psicologico. Bisognerebbe dunque educare al concetto di body positivity, ossia al fatto di saper imparare a giudicare una persona senza considerare il suo aspetto fisico. Poiché tutti noi siamo molto di più di ciò che il nostro corpo rappresenta e di certo un social network non è in grado di capirlo.

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