Il caso Smith è molto più di un semplice schiaffo: una sconfitta umana in tutto e per tutto. Violenza, maschilismo, ignoranza.
Sappiamo benissimo tutti cosa sia successo alla notte degli Oscar, proprio prima della premiazione tanto attesa da tutti. Lo scopo dell’articolo infatti non vuol essere un fatto che è ormai noto, digerito, rimbalzato sulle bocche di tutti, ma portare in evidenza di come l’accaduto sia seriamente una sconfitta sotto molti punti di vista, per l’intera umanità. Esponiamo brevemente il fatto: il conduttore della serata, con un’ironia decisamente di cattivo gusto, bersaglia la condizione della moglie di Will Smith, Jada Pinkett, che soffre di alopecia. Un umorismo caustico sicuramente: l’attore prima, come lo riprendono certi video, sembra addirittura ridere. Poi, senza dire nient’altro, si alza, sale sul palco e tira uno schiaffo all’incauto comico che rimane prima allibito, giustamente, poi- con difficoltà, si capisce- tenta di dare un commento ironico sull’accaduto “Wow, le ho appena prese da Will Smith”.
Will, che intanto è corso a sedersi al suo posto in prima fila, accanto alla moglie, urla di non nominare più la sua donna. E lo ribadisce. In tutto questo, Jada Pinkett rimane in silenzio.
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Caso Smith e lo schiaffo sul palco: una sconfitta totale
Ora, sull’accaduto è stato detto di tutto. E se da una parte c’è chi sostiene che la battura è talmente infelice da meritarsi la reazione violenta, dall’altra c’è chi invece misura con metro diverso un aggressione verbale e una fisica.
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Sicuramente la battuta denota una grave ignoranza sulla condizione della donna, l’alopecia areale, e anche una certa dose di disumanità, nel non darsi pensiero del possibile disagio di una persona che ho davanti. C’è da dire che però un certo tipo di comicità, il black humor, la satira- che a giusto può piacere e non piacere- ha come bersaglio proprio temi scomodi che possono volutamente creare malessere dietro il riso. La reazione dell’attore, da molti giustificata come umana, può invece essere letta come la reazione di un marito ferito ma anche come quella di un uomo che ha ceduto alla violenza; se rimani ferito da una parola, verrebbe da chiedere, e ne hai tutto il diritto, hai quindi sperimentato che le parole possono effettivamente farti male. E allora, se della forza violenta di un verbo sei primo testimone, perché scadere al livello bestiale della violenza fisica?
Quanto a coloro che hanno invece urlato al maschilismo, questo non possiamo saperlo; siamo estranei- giustamente- alle dinamiche della coppia. Magari Smith conosce il temperamento della compagna che ha accanto, sa che avrebbe avuto piacere ad esser difesa. Magari invece è una manifestazione machista bella e buona: questo però non sta a noi giudicarlo.
Per quanto riguarda gli esiti della ragione, questi non possono esser tratti. La sconfitta, in questo episodio, è di tutti. Pur ammettendo si tratti di una simpatica scenetta organizzata, lo sbaglio risiede nell’aver creduto di simpatia un evento pessimo in ogni suo dettaglio e punto di vista.