Le relazioni tossiche in famiglia sono piuttosto comuni, vediamo le 5 tipologie più frequenti e tutti i segnali per riconoscerle.
La famiglia è il primo luogo in cui i bambini apprendono il concetto di relazione, sperimentandolo a loro volta seguendo il modello genitoriale. Spesso però accade, anche inconsapevolmente, che si sviluppino delle relazioni tossiche in famiglia. Vediamo le tipologie più comuni.
Relazioni familiari tossiche: i segnali da non sottovalutare
In psicologia, il termine “relazione tossica” non ha alcuna accezione clinica. Non denota quindi un disturbo o una patologia. Si indica quindi con “tossico”, una serie di atteggiamenti disfunzionali che caratterizzano una relazione.
Questi comportamenti possono essere perpetrati ai danni di un figlio, di un compagno o di un amico, a seconda della tipologia di rapporto tossico in questione. Si definisce tale in quanto ha poi delle ripercussioni sul singolo individuo e sulla società che egli frequenta abitualmente.
I segnali da non sottovalutare per quanto riguarda le situazioni familiari problematiche sono:
- Conflitti più o meno accessi tra i membri della famiglia;
- Problemi comportamentali o di salute mentale;
- Violenza fisica o psicologica;
- Trascuratezza emotiva.
Vediamo le tipologie più comuni di relazioni tossiche e disfunzionali che si verificano in famiglia.
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1) Legame familiare basato su un senso di frustrazione dei genitori
Una delle situazioni familiari più problematiche per tutti i membri è quella basata su un legame che si incentra sulla frustrazione. Quando, ad esempio, dei genitori provano questo sentimento negativo riflettono le loro paure, i loro sensi di colpa e senso di incertezza sui loro figli.
Questi, automaticamente, diventano una sorta di valvola di sfogo, sentendosi costretti a realizzare un sogno, non proprio, per la felicità di qualcun altro.
2) Legame familiare incentrato sul controllo eccessivo
Molto spesso alcuni genitori ritengono di avere il diritto di violare la privacy dei figli solo perché li hanno messi al mondo. Grazie a questa scusa, esercitano controllo e manipolazione senza limiti o regole, entrando nelle dimensioni più intime e riservate di un altro membro della famiglia.
3) Tipo di famiglia iperprotettiva
L’iperprotezione è una forma di manipolazione relazionale. Essa deriva dalla paura verso il mondo esterno e dal timore di tutto ciò che non è sotto il proprio controllo. Un atteggiamento del genere nei confronti di un figlio, che svolge attività esterne al nucleo familiare, genererà paura, insicurezza e soprattutto dipendenza affettiva.
4) Rapporto basato sul sacrificio
Il legame familiare basato sul sacrificio è uno dei peggiori. In questo caso, uno dei due genitori manifesta al figlio sofferenza e sacrificio, sentimenti che ha dovuto affrontare per metterlo al mondo rinunciando a diverse cose.
Per questo motivo, anche il figlio non dovrà provare piacere, ma solo senso di dovere e sacrificio. Questo sentimento nasce da un bisogno di controllo da parte di un membro della famiglia che solitamente è estremamente geloso e possessivo.
Probabilmente perché anche lui o lei ha sperimentato lo stesso modello genitoriale di partenza, in un loop senza fine. Il vittimismo è una conseguenza di questo sentimento, in particolare se il figlio non manifesta gratitudine per il “valore del sacrificio”. Si tratta di una forma di manipolazione, in modo tale da tenere il figlio legato alla convinzione del genitore.