Soffriamo di dipendenza da smartphone, ma specialmente i giovanissimi subiscono effetti negativi sul loro sviluppo cerebrale: l’età più soggetta a danni?
Soffriamo di dipendenza da smartphone, ma specialmente i giovanissimi subiscono effetti negativi sul loro sviluppo cerebrale: l’età più soggetta a danni? Oramai, telefonino, tablets, smart TV, social network, fanno parte delle nostre vite. Sono con noi 24 ore su 24, costantemente, e non ci abbandonano mai. È difficile starne lontani, anche solo per poco tempo, e quasi impossibile staccare a lungo. Ma questi hanno cambiato la concezione di comunicazione.
Trasformando il nostro modo di comunicare, hanno influenzato la nostra psiche, facendosi assumere nuove abitudini rispetto al passato e concepire nuove realtà. Ne risentiamo tutti, ma soprattutto i più giovani, che hanno un cervello e un’attitudine ancora da modellare e sviluppare del tutto. Quanto tempo i ragazzi stanno attaccati ai telefonini? Come si confrontano con i loro coetanei, sia in forma virtuale che reale? Diamo un’occhiata allo studio effettuato alle università inglesi di Oxford e Cambridge.
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Lo studio britannico ha analizzato migliaia di adolescenti e pre-adolescenti, ragazzini di età compresa tra 14 e 16 anni, e ragazzine di età compresa tra 11 e 14 anni. In questo caso, i ricercatori delle università hanno studiato con attenzione il comportamento di queste ragazzi, scoprendo che questa è l’età in cui i social network, internet, cellulari e via dicendo, fanno più danni.
È sì, perché questa è una fase molto delicata dello sviluppo di una persona, che sottolinea il passaggio dall’infanzia alla fase adolescenziale. Le bambine ovviamente sviluppano prima dei bambini. L’uso dei social, in entrambi i casi, ha effetti deleteri sulla loro mente. I ricercatori hanno osservato il comportamento di quasi 20 mila ragazzini, individuando l’età giusta in cui social, come Instagram o Tik Tok, hanno maggiori effetti negativi sul cervello.
Quali sono gli effetti negativi più evidenti e visibili? Maggiore insoddisfazione della propria vita e distaccamento dalla realtà. Insomma, ci si immagina una vita migliore, dove tutto è bello, pieno di filtri che abbelliscono e dove ci si sente protetti. In realtà per utilizzare un termine molto in voga sui social, si tratta di una vita “fake”, finta, filtrata dal display. Tuttavia, se la maggior parte dei ragazzini monitorati nutre insoddisfazione dalla propria vita e preferisce rifugiarsi in mondi virtuali, c’è una parte che evidenzia lati positivi.
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I social, se utilizzati con criterio, permettono di far restare in contatto le persone. Dunque, ci sono anche benefici, come il contatto tra amici, la condivisione di problemi, il supporto morale nei momenti difficili. Alla fine dei conti, ciò che emerge dallo studio è un rapporto ambivalente e conflittuale con il mondo virtuale. I social e gli smartphone possono fare danni, ma possono anche migliorare la vita sociale. Come al solito, dipende sempre da come si utilizzano, e non sempre ci sono effetti negativi. I genitori, naturalmente, devono vigilare sui bambini più piccoli, cercando di evitare che il telefonino diventi una dipendenza.