Conosciamo meglio la fibrillazione atriale vedendone le caratteristiche, i sintomi, i rischi e i trattamenti più efficaci.
Con fibrillazione atriale si intende un’alterazione del ritmo cardiaco che coinvolge gli atri del cuore portandolo a battere in modo molto veloce ed irregolare. Questi impulsi creano delle sollecitazioni costanti alle pareti degli atri e la circolazione sanguigna subisce dei danni. Ricordiamo che il cuore è responsabile di distribuire il sangue in tutto l’organismo e lo fa incessantemente.
Da questa piccola spiegazione si può comprendere come questa condizione possa essere estremamente pericolosa per la salute e implicare conseguenze gravi nell’organismo. Ci sono delle caratteristiche ben precise di questa condizione. Ci sono dei sintomi molto chiari, dei rischi ma anche dei trattamenti.
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Per rendere le persone un po’ più consapevoli, anche se non hanno conoscenze in ambito medico, proviamo ad illustrare tutti questi aspetti in modo da poterla riconoscere e da sapere che cosa fare.
La frequenza cardiaca a riposo in condizioni normali deve essere tra 60 e 100 battiti al minuto. Quando si verifica una fibrillazione i battiti del cuore arrivano a 100-175, in alcuni casi anche a valori maggiori di questi. Da alcune ricerche fatte negli anni pare che oltre 33 milioni di persone nel mondo soffrano di fibrillazione. Ci sono diversi tipi di questa condizione che prevede un’aritmia nel battito cardiaco.
Abbiamo la fibrillazione di tipo parossistico, di tipo persistente e di tipo permanente. Ci possono essere varie cause all’origine di questa aritmia come malattie del cuore (infarto, valvulopatie), oppure altre condizioni come il diabete, la pressione alta, l’ipertiroidismo, l’eccessivo uso di alcol. Ci sono, naturalmente, dei fattori di rischio che implicano l’età avanzata. Dai dati raccolti sarebbero, inoltre, più a rischio gli uomini europei.
Per quanto riguarda i sintomi che possono manifestarsi eccone alcuni:
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Le due conseguenze principali sono insufficienza cardiaca e ictus. Nel primo caso significa che il cuore non riesce più a pompare il sangue in tutto l’organismo. Nel secondo caso vuol dire che si forma un coagulo di sangue nei vasi sanguigni che interrompe il flusso di sangue e di ossigeno al cervello oppure un vaso sanguigno si rompe creando un’emorragia.
Per capire se si tratta di fibrillazione atriale ci sono una serie di esami a cui sottoporsi. Questi sono gli esami del sangue, vengono effettuati per capire le cause dell’anomali, spesso dovuta alla tiroide. Poi si effettua un elettrocardiogramma, un elettrocardiogramma con Holter (monitorare la persona nel corso di 24 ore), un ecocardiogramma e una radiografia al torace.
A questo punto si dovrebbe essere in grado di stabilire che tipo di fibrillazione c’è. Come abbiamo detto prima, ci sono diversi tipi. Se si tratta del primo tipo, parossistico, significa che la comparsa è improvvisa ma di solito si esaurisce nell’arco di pochi minuti oppure di qualche giorno. Non richiede sempre l’uso di farmaci, ma per prevenire qualsiasi rischio si possono usare farmaci antiaritmici. Se il tipo è quello persistente, invece, non è a breve termine e non si risolve da solo. Quindi serve un intervento terapeutico. Infine, c’è la fibrillazione di tipo permanente. Anche in questo caso si rende necessario un intervento con un trattamento farmacologico adeguato.
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In genere, oltre ai farmaci antiaritmici, si somministrano anticoagulanti e antiaggreganti, in modo da prevenire episodi ischemici. Si somministrano farmaci per il controllo del battito cardiaco, si valuta l’eventualità di opzioni di intervento chirurgico e si deve necessariamente adottare abitudini sane nella vita di tutti i giorni.