Perché la bellezza non binaria è la nuova frontiera della moda: ecco perché questi look piacciono tanto e come attuarli secondo gli stilisti
In principio, è tutta colpa della generazione zeta. Quella che viene nascendo, e che in parte è già nata, la generazione dei post duemila, distrugge il mondo come l’abbiamo conosciuto. Se da tempo infatti la nostra mente procede sicura nello spazio riassicurante di due binari, quello del maschile e quello del femminile, da questi distruttori di confini e creatori abili di fluidità, nasce il non binario. Né maschio, né femmina: e se da una parte questo potrebbe essere il sintomo del superamento di una necessità vecchia e tossica, quella di definirsi, e l’abbracciare semplicemente il sé senza etichette ulteriori, dall’altra potrebbe essere un suggerimento: in noi c’è sia il maschile che il femminile. D’altra parte, di racconti sul tema, è piena la letteratura di tutti i tempi. E, ancor prima della letteratura, ne è pieno il mito; come a dire: questa tendenza è dell’uomo, è connaturata con sicurezza all’uomo.
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Tralasciando le giganti implicazioni ontologiche del concetto, preoccupiamoci degli effetti sul campo della moda. Il non binario sembra piacere molto agli stilisti, delinandosi come una nuova frontiera di questo mondo.
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Probabilmente le ragioni sono di due categorie: la prima appartiene alla logica stringente del mercato. La moda strizza un occhio ai giovani, potenziali (e in realtà quasi sicuri) consumatori di questa nuova tendenza che viene affacciandosi. Inventori del concetto, frequentatori, popolatori, la moda è per loro uno strumento per esprimere sé stessi.
La seconda categorie di ragioni rientra invece in una seconda gamma di motivazioni: il concetto permette l’esplorazione di accostamenti audaci, look nuovi, che fino a una decina di anni fa si credeva semplicemente non pensabili.
Molti marchi noti hanno colto questa nuova tendenza, dando quindi, a chiunque volesse, piena libertà di espressione. Ribadendo ancora una volta il concetto della libera espressione.