Prezzi benzina, perché restano alti anche dopo il taglio delle accise

Per quale motivo l’argomento sempre delicato dei prezzi di benzina e gasolio continuano ad essere così elevati. La spiegazione di tutto questo.

Listino prezzi ad un distributore di carburante
Listino prezzi ad un distributore di carburante (Foto ANSA)

Prezzi benzina, non finisce mica qui. Nonostante il taglio delle accise varato dal Governo e diventato operativo dal 22 marzo 2022, in alcune parti d’Italia i listini presentano ancora prezzi che superano i 2 euro al litro. O che vanno oltre gli 1,8 euro per ogni litro immesso nel serbatoio, nonostante la media dovrebbe attestarsi invece su 1,75 euro al litro.

Invece i prezzi di benzina e petrolio subiscono degli ulteriori aumenti, ufficialmente giustificati con l’impennata del prezzo del petrolio. E con il fatto che un barile viene pagato più di 120 dollari. Ad inizio marzo il costo aveva toccato pure più di 140 dollari per unità. Eni ha proceduto perciò a fare salire di 6 centesimi al litro l’esborso sostenuto dai cittadini alla stazione di rifornimento.

Con il risultato che, dal 22 marzo in poi, si riscontra un aumento di 24 cents/litro per quanto riguarda i prezzi del gasolio e di 10 cents/litro in relazione ai prezzi della benzina. La conseguenza di ciò è che anche tutte le altre compagnie del settore si adegueranno a questo trend e faranno scattare dei nuovi aumenti.

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Prezzi benzina, il motivo dei nuovi aumenti

Un uomo fa rifornimento di carburante
Un uomo fa rifornimento di carburante (Foto ANSA)

La sensazione è che tutto questo stia accadendo per evitare che i carburanti erogati alla introduzione del taglio delle accise venissero venduti in perdita. Con questi nuovi aumenti, nonostante l’eliminazione delle accise, si ha un surplus ulteriore che va a compensare la vendita in perdita dei carburanti sui quali i distributori avevano già versato le accise. Senza la possibilità di ottenere una compensazione dai cittadini ad ogni rifornimento, visto il taglio.

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Infatti il provvedimento del Governo che ha provveduto a calmierare i prezzi ad inizio settimana ha avuto la controindicazione di non inserire il credito di imposta per i distributori. L’introduzione del taglio delle accise ha rappresentato un problema quindi per i suddetti gestori, che sul carburante già presente in stazione all’inserimento del taglio delle accise hanno venduto per l’appunto in perdita.

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Da parte di Eni è arrivata una conferma del fatto che la compagnia si farà carico di questi ammanchi. Ma ci sono anche soggetti che non hanno una compagnia petrolifera della quale avvalersi. E tutto questo comporta un ammanco effettivo su ogni litro erogato. Risultato? I prezzi continueranno in qualche modo a restare alti.

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