Uno studio ha rivelato che tra gli over 65 chi ha il diabete ha maggiore rischio di sviluppare anche la depressione. Vediamo i motivi.
Nonostante grazie agli studi si possa prevenire il diabete, questa rimane una delle malattie più diffuse nel mondo occidentale. Soprattutto il diabete di tipo 2 è molto diffuso tra le persone a causa di fattori ereditari, stile di vita e alimentazioni sbagliati. Non c’è una cura per questa condizione che prevede troppo glucosio nel sangue e poca insulina per assorbirlo.
Ci sono dei trattamenti, anche efficaci per gestire questa malattia. Tuttavia, nel peggiore dei casi il diabete comporta delle conseguenze anche su altri organi e scatena anche altre malattie. Ci sono rischi molto elevati per la vista, per il sistema nervoso, per i reni, principalmente. Uno studio recente ha individuato anche elevati rischi per malattie psichiatriche, come la depressione.
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Si tratta di uno studio che coinvolge gli over 65, i dati sono curiosi e molto interessanti. Cerchiamo di capire come è stata svolta questa indagine e le conclusioni a cui sono arrivati gli esperti.
Lo studio è tutto italiano e proviene dai ricercatori dell’Università di Bologna. Questi hanno cercato di stabilire che connessione c’è tra il diabete e la depressione. Per questo hanno monitorato un gruppo di 30.800 diabetici per la durata di dieci anni. All’inizio dello studio nessuno soffriva di depressione.
Dopo circa tre anni e mezzo dall’inizio dell’indagine sono arrivate le diagnosi di depressione e, per alcune persone, una cura a base di antidepressivi. Questo si è verificato nel 17% dei pazienti e per la maggior parte in over 65, chi aveva più di 65 anni con il diabete. Questo rischio, però, si aggiunge agli altri, molto pericolosi. A quell’età è maggiore il rischio di malattie cardiovascolari, di problemi ai reni, alla vista e all’udito.
Probabilmente la depressione sopraggiunge per la difficoltà di gestire il diabete con i farmaci, con lo stile di vita e l’alimentazione, sostengono gli esperti. Ma le cause e il rapporto tra le due malattie non è ancora chiaro.
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Un’ultima considerazione che è stata fatta è che le donne sarebbero più a rischio degli uomini. Ma, è naturale, che debbano essere fatti anche altri studi per avere un quadro più completo della situazione.