Salsiccia sottovuoto richiamata per difformità informativa. Gli organi preposti hanno effettuato il ritiro alimentare da tutti i supermercati.
Il Ministero della Salute ha richiamato diversi lotti di un noto marchio di salsiccia sottovuoto venduta in Italia. Gli esperti hanno riscontrato delle difformità per ciò che concerne la data di scadenza, indicata erroneamente sull’etichetta espositiva del prodotto.
Salsiccia sottovuoto richiamata: allerta alimentare, non consumare
Dopo un esame a campione, gli organi preposti al controllo qualità degli alimenti hanno rinvenuto delle difformità per quanto riguarda alcuni lotti di salsicce sottovuoto. Si tratta del marchio Salumificio A. Lovison Srl, situato in Via Ugo Foscolo 18, 33097 Spilimbergo (PN).
La salsiccia è venduta con un’errata etichettatura che indica una data di scadenza superiore a quella prevista, oltre i 30 giorni. Mentre, come sottolinea l’avviso ufficiale del Ministero della Salute, la data di scadenza esatta della salsiccia sottovuoto è entro 30 giorni dalla sua produzione.
Oltre i 30 giorni, il prodotto va riconsegnato al punto vendita. Vediamo tutti i lotti coinvolti nel ritiro alimentare:
- 2-02-2022;
- 7-02-2022;
- 9-02-2022;
- 14-02-2022;
- 16-02-2022;
- 21-02-2022;
- 23-02-2022;
- 28-02-2022;
- 2-03-2022;
- 7-03-2022;
- 9-03-2022;
- 14-03-2022;
- 16-03-2022.
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Errata etichettatura dei prodotti alimentari: le sanzioni
Le difformità che riguardano l’etichettatura degli alimenti sono sempre più frequenti. Nonostante possano essere causate da una semplice distrazione, esse rappresentano un vero e proprio pericolo per i consumatori.
Prendendo ad esempio il caso della salsiccia sottovuoto: indicare una data di scadenza errata potrebbe mettere a repentaglio la salute delle persone che la consumano, oltre il termine minimo di conservazione prestabilito.
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Inoltre, per i produttori che commettono questo errore, sono previste sanzioni da un minimo di 500 euro, ad un massimo di 40 mila euro. Secondo quanto riferito dal D.Lgs. 231/2017, in vigore da maggio 2018, ad ogni tipologia di etichettatura errata è applicata una specifica sanzione, come segue:
- violazione nella denominazione dell’alimento: sanzioni da 500 a 16 mila euro;
- etichettatura errata nella lista degli ingredienti di un prodotto: multe da 500 a 16 mila euro;
- mancato riferimento ad eventuali ingredienti allergenici del prodotto: sanzioni da 2000 a 16000 euro;
- variazione nella quantità di ingredienti presenti: multe da mille a 8000 euro;
- errore nella dicitura del termine minimo di conservazione o nella data di congelamento dell’alimento: sanzioni da mille a 40 mila euro;
- errori nel luogo di provenienza o nel paese d’origine: multe da 500 a 16 mila euro;
- violazione nel titolo alcolometrico: da 500 a 4000 euro;
- errore nella lista dei valori nutrizionali: sanzioni da 2000 a 16 mila euro.