Sonno polifasico, quel che dobbiamo sapere su questa pratica e sull’effettivo benessere che potrebbe apportarci o anche sugli svantaggi
Il sonno è parte fondamentale della nostra vita: e tuttavia oggi parleremo di un modello che mette in questione il modello di sonno normale, quello più adeguato ai ritmi di sonno-veglia a cui siamo abituati, considerati come normali. Vediamo dunque cosa sia e in cosa consista il sonno polifasico.
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Sonno polifasico, la strana pratica dei sonnellini durante il giorno
Il sonno viene diviso classicamente in tre tipologie: la maggior parte della popolazione, dove si fa riferimento per lo più alla popolazione adulta che una schema di sonno veglia completamente diverso dai bambini e dagli anziani, ha un tipo di sonno monofasico. Ossia si dorme per periodi piuttosto lunghi, anche otto ore a notte, se non di più senza quel che viene comunemente chiamato “pisolino”.
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Il sonno bifasico invece comprende lo stesso lasso di tempo del sonno monofasico, solo leggermente più breve. Con un venti minuti di sonno concessi duranti il giorno. Il sonno polifasico invece arriva all’esatto estremo: lassi di tempo di sonno molto brevi, dall’ora e mezza fino ad un massimo concesso di quattro ore, e più pisolini di trenta o venti minuti durante il giorno.
A seconda dell’alternarsi del numero e della durata di questi pisolini si profila un diverso modello di sonno polifasico. Effettivamente, il sonno monofasico non è naturale, come siamo portati a pensare. Ma semplicemente dettato dalle esigenze della vita quotidiana. Pensiamo a come sono cambiati gli orari di sveglia e messa a letto con l’arrivo dell’elettricità: prima ci si alzava con le luci dell’alba e si dormiva quando il sole tramontava, anche alle cinque in Inverno.
Tuttavia, nonostante molti sostengano i benefici del sonno polifasico, tra cui una diversa gestione del tempo, tornare ad esso, visto l’attuale forma di società risulta impossibile. E se non impossibile, difficilmente faticoso da perseguire.
La maggior parte dei tentativi si risolve in breve tempo con la cessazione della prova e il ritorno al sonno monofasico “normale”
