Luce artificiale e sonno: gli studi parlano della loro correlazione e di come dovremmo tutelarci dall’esposizione perpetua alla luce artificiale
La luce, fondamento della vita umana. Non è un caso che nel racconto biblico, che ci si creda o meno, le famose parole pronunciate fuorono proprio riguardo alla luce e alla sua creazione. Come a ribadire ancora, che senza luce non c’è vita. E se questo risulta particolarmente evidente per le piante che basano l’intera vita e l’interezza dei processi vitali sulla luce e sull’alternarsi di luce e buio, noi non facciamo troppa differenza. Dall’esposizione alla luce, ricaviamo svariati benefici. Per esempio, produciamo vitamine, rafforziamo le ossa ed il sistema immunitario, miglioriamo l’umore. Nei paesi in cui l’alternanza tra luce e buio è di sei mesi, risulta essere più alto il tasso depressivo: difficile credere che questa sia una concidenza.
Oggi esponiamo una questione pertinente all’argomento: ossia, la relazione tra l’esposizione alla luce artificiale e il nostro sonno. La domanda era se esistesse effettivamente un legame tra i due fenomeni e in che modo, in caso, l’esposizione ad una luce artificiale andasse ad impattare sui nostri ritmi ciclo-cardiani, già così delicati.
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Gli studi pubblicati sulla rivista ploos hanno però raggiunto dei risultati abbastanza chiari: chi è esposto alla luce artificiale 24 ore o anche poco meno riscontra non solo problemi di sonno. I problemi si sono legati infatti anche al benessere mentale, quello fisico e addirittura alla produttività di quella persona.
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Il convegno di esperti che si è riunito, ed ha raccolto personalità eccellenti da diverse parti del mondo, ha convenuto che tale fenomeno di realizza a causa della presenza di alcune cellule, nel nostro occhio, sensibili alla luce. Tali particelle, se sovra-esposte, mandano risposte ormonali che rischiano di ledere il nostro equilibrio.
Dalla risposta che questo studio si è dato, è venuto di conseguenza, l’impulso alla costruzione di luci artificiali più sane.