Uno studio canadese ha individuato l’oro come possibile soluzione alle malattie cardiache. Ma vediamone tutti i dettagli.
Il cuore è l’organo che si trova al centro del nostro organismo e che immette il sangue in tutto il sistema circolatorio. Purtroppo, è un organo soggetto a molte complicanze e molte malattie. Questo soprattutto se le persone non riescono a salvaguardarlo. Nel mondo ogni anno muoiono 18 milioni di persone per malattie cardiache o cardiovascolari.
Si tratta di dati terribili e per questo i ricercatori e gli studiosi si stanno impegnando a fondo per riuscire a capire come prevenire alcune condizioni del cuore. Uno studio che arriva dal Canada ha scoperto che usare l’oro può mettere al sicuro il cuore, può ripararne anche uno danneggiato.
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Si tratta di una ricerca molto interessante e vale la pena approfondire l’argomento con tutti i dettagli che sono stati resi noti al pubblico. Vediamo, quindi, qui di seguito, tutto ciò che sappiamo.
Malattie cardiache: l’oro può essere una soluzione
L’oro è un elemento chimico (con simbolo Au e numero atomico 79). Si tratta di un metallo duttile, tenero, pesante che dà un colore giallo dovuto all’assorbimento delle lunghezze d’onda del blu dalla luce incidente. Da sempre è un metallo che vale moltissimo e se ne è sentito parlare da sempre in tutta la storia. Oggi sappiamo che potrebbe essere usato anche per la nostra salute.
Il team che si è cimentato nell’impresa arriva dall’Università di Ottawa ed ha come responsabili i professori Emilio Alarcon e Erik Suuronen della Facoltà di Medicina. I ricercatori hanno scoperto che usare minuscole particelle d’oro e peptidi può fornire una riparazione efficace del tessuto compromesso del cuore. Si tratta di una tecnologia spray che andrebbe poi utilizzata in combinazione con i tradizionali interventi chirurgici.
Un apparato di nebulizzazione distribuirebbe su tutta la superficie del cuore, in modo uniforme, piccole particelle di oro combinate con peptidi creati in laboratorio. In questo modo si può avere una migliore conduttività elettrica del cuore e un aumento della sua funzionalità.
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I commenti dei responsabili della ricerca sono molti ottimistici in quanto basterebbe “spruzzare”, aspettare qualche settimana e controllare che tutto sia nella norma. Questa nanotecnologia, naturalmente, avrà bisogno di essere approfondita. Infatti, nel frattempo si stanno provando azioni non molto invasive su animali grandi, per poi provare a procedere anche sull’uomo.