Gli anacardi, frutta secca per contrastare i cali di energia e non solo. Vediamo quali le altre caratteristiche di questa frutta.
Gli anacardi sono conosciuti anche con l’appellativo di “mandorline indiane” o “anacarde”. Si tratta di una varietà di frutta secca oleosa regolarmente consumata a tavola.
Sono dolci, ricchi di energia, vitamine, antiossidanti, proteine e sali minerali. Sono pratici da mangiare e oltre ad essere gustosi, se consumati senza esagerare assicurano tante sostanze benefiche per l’organismo.
Vediamo quali le caratteristiche, le proprietà, i benefici, il consumo e le controindicazioni degli anacardi.
Gli anacardi
I frutti nascono dall’anacardio, una pianta tropicale sempreverde appartenente alla famiglia Anacardiaceae e conosciuta con il nome scientifico Anacardium occidentale.
Si tratta di una pianta di medie dimensioni originaria della foresta amazzonica. Quando parliamo di anacardi occorre, però, fare una distinzione, tra quelli tostati e naturali.
Quelli naturali rispetto a quelli salati e tostati sono maggiormente ricchi di benefici.
Conservano meglio gli antiossidanti di cui sono una buona fonte e sono privi di sale, che assunto in dosi eccessive favorisce la ritenzione idrica, il gonfiore, la pressione alta e le malattie cardiovascolari.
Benefici
I benefici degli anacardi sono molteplici e andrebbero inseriti, con la giusta proporzione, nella dieta di ognuno, consultando naturalmente il proprio medico.
Gli anacardi sono uno snack perfetto dopo aver fatto sport, essendo ricchi di: magnesio, potassio, ferro, selenio e vitamine (in particolare quelle del gruppo B).
Sono tutti minerali che si perdono durante l’attività fisica e servono per il buon funzionamento dell’organismo.
Consumati a colazione aiutano a combattere la fame fuori orario. Mangiati a pranzo o a cena, prolungano invece il senso di sazietà.
Inoltre, apportano calcio e vitamina K, indispensabili per la salute dell’apparato scheletrico e per prevenire l’osteoporosi.
Proprietà e valori nutrizionali
In 100 g di anacardi contengono 553 kcal, mentre i valori nutrizionali presenti negli anacardi, sono:
- Proteine 18,2 g
- Grassi 43,8 g
- Grassi saturi 7,7 g
- Carboidrati 30,2 g
- Zuccheri 5,9 g
- Fibre 3,3
Gli anacardi inoltre sono ricchi di proprietà, quali:
- antiossidanti: tra cui polifenoli e carotenoidi, che riducono la formazione e attività dei radicali liberi, proteggendo da invecchiamento cellulare e infiammazione;
- riducono il rischio cardiovascolare: essendo ricchi di acidi grassi insaturi, questi migliorano i livelli di colesterolo buono (HDL) e riducono quello cattivo (LDL). In questo modo il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, si riduce tantissimo;
- rendono migliore la glicemia: riducendo la velocità di assorbimento degli zuccheri, utili, quindi, sia per soggetti sani che affetti da diabete 2. Tutto questo grazie alla presenza di fibre e di grassi.
Inoltre risultano essere alimenti preventivi e curativi per la stipsi o stitichezza.
Consumo, dieta e ricette
Quotidianamente è giusto consumare circa di 30 g al giorno di anacardi. Tuttavia, pur avendo una forte concentrazione proteica non possono sostituire i cibi di origine animale.
Gli anacardi vengono molto utilizzati nella cucina cinese e thailandese, mentre in Italia non sono un ingrediente comune nella preparazione dei pasti.
Nel nostro Paese, gli anacardi sono visti a pari della frutta secca da sgranocchiare durante l’aperitivo. Tuttavia, sono molto versatili in cucina, sono utilizzati per esempio per: insaporire zuppe, risotti, cous cous, insalate e secondi a base di carne, per esempio il pollo, frullati e per preparare aperitivi
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Controindicazioni
Pur non essendoci controindicazioni, è opportuno sottolineare che si tratta di frutta secca piuttosto calorica.
Generalmente, vengono anche eliminati dalla dieta di chi soffre di patologie digestive ed esclusi dal regime nutrizionale ipocalorico e normolipidico dimagrante contro l’obesità e il sovrappeso.
Mentre sono consigliati nella dieta del celiaco e dell’intollerante al lattosio; essendo istamino-liberatori, andrebbero evitati nell’intolleranza all’istamina.