Situazione prezzi benzina, per quale motivo esistono le accise che, insieme all’IVA, finiscono con il farci spendere una cifra esorbitante ad ogni rifornimento.
Prezzi benzina, c’è un preciso motivo tra gli altri se l’esborso per fare rifornimento ha raggiunto livelli a dir poco indecenti e che gravano in maniera terribile sul portafogli di noi tutti. Va detto che ora stiamo andando in maniera decisa verso i 2,5 euro al litro per le tipologie principali di carburante.
Sia i prezzi di benzina che gasolio stanno salendo in maniera ulteriore, ed in alcuni casi addirittura è il diesel ad avere superato la benzina stessa. Una cosa mai vista prima. Per un risparmio va detto che è consigliabile rifornire il proprio veicolo ben alla larga dalle autostrade, dove notoriamente i listini sono più alti.
Inoltre fare rifornimento ad inizio settimana piuttosto che nel weekend potrebbe comportare qualche piccolo vantaggio a livello economico. Purtroppo la situazione politica internazionale, con la guerra in Ucraina, contribuisce a gravare ulteriormente sul discorso prezzi benzina. E la sensazione è che dovremo fare i conti con i pesanti rincari che hanno colpito ogni cosa ancora per dei mesi.
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Prezzi benzina, cosa sono le accise e qual è il loro peso
Per quali motivi la situazione prezzi benzina e gasolio comporta questi prezzi da paura? Come detto, c’è un dettaglio in particolare che grava in maniera molto pesante su ciò, e che è rappresentata dalle accise e dall’IVA.
Le accise sono delle tasse introdotte dallo Stato in passato per ricavare ulteriori fondi a fronte di situazioni di crisi. Il guaio è che, attualmente, le stesse (37%) più l’IVA (22%) finiscono con il gravare sui prezzi dei carburanti per almeno il 59%.
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Senza, avremmo benzina e gasolio a circa un euro e qualche centesimo. Le accise si applicano sulla quantità dei prodotti, piuttosto che sul valore. Mentre l’IVA fa l’esatto contrario e si basa sul valore del prodotto, tralasciando la quantità.
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Tutte le accise che dobbiamo pagare
Riguardo alle accise, il loro peso grava in occasione di situazioni disastrose quali calamità naturali od eventi tragici. E servono per rimpinguare le casse statali. Gli esempi sono tanti. Dal 1936 al 1966 sono state create nove accise. Poi dal 2004 al 2014 altre dieci, per le diciannove attuali. Senza, pagheremmo molto meno.
- 1) finanziamento per la guerra d’Etiopia (1935 – 1936) – 0,000981 euro;
- 2) finanziamento della crisi di Suez (1953) – 0,00723 euro;
- 3) ricostruzione post disastro del Vajont (1963) – 0,00516 euro;
- 4) ricostruzione post alluvione di Firenze (1966) – 0,00516 euro;
- 5) ricostruzione post terremoto del Belice (1968) – 0,00516 euro;
- 6) ricostruzione post terremoto del Friuli (1976) – 0,00511 euro;
- 7) ricostruzione post terremoto dell’Irpinia (1980) – 0,0387 euro;
- 8) finanziamento missione Onu in Libano (1982 – 1983) – 0,106 euro;
- 9) finanziamento missione ONU in Bosnia (1996) – 0,0114 euro;
- 10) rinnovo contratto autoferrotranvieri (2004) – 0,020 euro;
- 11) acquisto autobus ecologici (2005) – 0,005 euro;
- 12) ricostruzione post terremoto de L’Aquila (2009) – 0,0051 euro;
- 13) finanziamento alla cultura (2011) – 0,0071;
- 14) finanziamento crisi migratoria libica (2011) – 0,040 euro;
- 15) ricostruzione post alluvione Toscana e Liguria (2011) – 0,0089 euro;
- 16) finanziamento decreto “Salva Italia” (2011) – 0,082 euro;
- 17) ricostruzione post terremoto dell’Emilia (2012) – 0,024 euro;
- 18) finanziamento del “Bonus gestori” (2014) – 0,005 euro;
- 19) finanziamento del “Decreto fare” (2014) – 0,0024;