Coltivazione del peperoncino, dall’annaffiatura, alle condizioni del terriccio, tutte le informazioni per un risultato impeccabile
Coltivare le piante di peperoncino non è una banalità, perché nonostante da una parte i semi riescano ad attecchire con facilità, dall’altro richiedono una costante cura. L’attenzione e le accortezze di chi coltiva, devono essere frequenti e periodiche.
Tra i fattori che incidono maggiormente nell’evoluzione di una coltivazione di peperoncini, troviamo la temperatura, la luce, il tipo di terreno, la sua concimazione e naturalmente l’irrigazione. In particolare, la presenza di luce e di calore sono elementi fondamentali per ottenere dei peperoncini piccanti e gradevoli all’aspetto.
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Il momento migliore, per la semina del peperoncino è sicuramente nei periodi più miti, a partire da marzo, fino a maggio. La cosa da tenere in considerazione è che è fondamentale, che la temperatura non scenda mai sotto i 15°, affinché la semina avvenga nel modo corretto. Prima di tutto è necessario munirsi di un contenitore alveolato (o semenzaio) con 40-50 alveoli, terriccio, sabbia, torba ed acqua.
A questo punto si può iniziare, cominciando a riempire il contenitore con il terriccio a base di torba e sabbia ed inserendo due semi, alla profondità di un centimetro, per ogni alveolo. Per la germinazione, bisogna tenere il tutto in luogo caldo della casa, magari vicino al termosifone. La temperatura adeguata infatti si aggira intorno ai 20°/30°. Il consiglio, inoltre è quello di annaffiare ogni 3/4 giorni utilizzando uno spruzzino ed evitando così di aggiungere acqua in eccesso.
Con il calore e l’irrigazione costante, dopo qualche giorno, i semi germineranno. Dopo più o meno due mesi, quando le piantine avranno raggiunto un’altezza di 10 centimetri circa si potrà trasferirle in vasi, da sistemare in zone illuminate o direttamente in giardino. Da adesso in poi, si darà inizio a cure precise e costanti, facendo attenzione ad alcuni fattori.
La temperatura dell’ambiente in cui viene coltivato il peperoncino è un elemento fondamentale per la crescita e la buona fruttificazione della pianta. Per capirne l’importanza, basti sapere che il contenuto dei capsaicinoidi, aumenta con l’aumentare della temperatura. I capsaicinoidi, lo ricordiamo, determinano il livello di piccantezza del frutto finale, possibile da misurare tramite la scala di Scoville.
Nello specifico, un peperoncino cresciuto in una zona con temperature di 29-30°C sarà più piccante di quello coltivato ad una temperatura di 23-25°C.
Nel periodo della germinazione del peperoncino, così come successivamente, la temperatura ideale è tra fra i 20°/ 30° ed è bene sapere che non dovrebbe scendere mai al di sotto dei 10-12° (se dovesse calare al di sotto dei 4°C le piante subirebbero danni irreversibili) e mai superare i 30°. Le temperature necessarie dunque, alla corretta sopravvivenza della pianta, sono abbastanza calde. In alcuni casi, non è però un’utopia riuscire a coltivare il peperoncino anche in inverno.
Anche la luce svolge un ruolo importante nella crescita e nella fioritura della pianta. Nella sua fase di germogliazione essa non è particolarmente necessaria, anzi i semi hanno bisogno anche di buio per procedere nel processo di maturazione. Successivamente invece, nel momento in cui la piantina comincia a crescere, la luce dovrà essere abbondante. Una luminosità ridotta, potrebbe infatti danneggiare la pianta ed ostacolarne l’allegagione (processo di nascita del frutto). In particolare i peperoncini devono stare alla luce dalle 12 alle 18 ore giornaliere, cosa da disporre con facilità nei mesi estivi.
Il terreno ideale per la coltivazione del peperoncino, deve contenere circa 50 % di sabbia ed una piccola quantità di argilla. Il terriccio va tenuto sempre in osservazione e deve contenere una grande varietà di nutrienti, materiale organico e non deve essere mai secco. Il suo pH deve essere compreso tra i 4.5 e i 6.5. Ma l’aspetto più importante a cui bisogna prestare attenzione, è il ristagno di acqua, da evitare per non danneggiare la pianta, causandole stress idrico. Nel caso in cui invece, si manifestasse il problema contrario, in caso quindi di carenza idrica si incapperebbe nella caduta di fiori e bacche con annessi danno irreversibili alla pianta.
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Inoltre un terreno tropo asciutto, ostacolerebbe l’assorbimento di fosforo e potassio, fondamentali per il nutrimento della pianta. Bisogna annaffiare la pianta la mattina presto, nelle ore più fresche per consentirle di assorbirla prima di evaporare. Per quanto riguarda l’impiego di fertilizzanti, è possibile optare per alcuni concimi naturali e scarti di cucina, soprattutto inizialmente nella fase della crescita della pianta. Utilizzando invece dei prodotti acquistabili è opportuno optare quelli specifici e adatti per questo tipo di pianta. (Elisabetta Prunas)