Secondo il risultato di una nuova ricerca, ci sarebbero dei sintomi che indicherebbero il rischio di Parkinson ben 10 anni prima dell’effettiva diagnosi.
Secondo il risultato di una nuova ricerca, ci sarebbero dei sintomi che indicherebbero il rischio di Parkinson ben 10 anni prima dell’effettiva diagnosi. Un team di ricerca londinese che studiato le cartelle cliniche di circa un milione di persone, nel corso di trenta lunghi anni.
La ricerca si è basata proprio sulla comparsa dei primissimi sintomi di degrado cognitivo. Il degrado cognitivo, col passare degli anni, ha condotto poi al Parkison, nella maggior parte dei casi. Ma quali sono i segnali che il corpo ci invia e che dovrebbero destare preoccupazione?
Potrebbe interessarti anche → Tutti pazzi per l’avena, ma fa bene? Attenzione ad alcune controindicazioni
Grazie a questo recente studio, tutti i dubbi che si avevano circa la diagnosi di questa malattia degenerativa, sono confermati. Tra i sintomi più comuni, e che già conoscevamo, ci sono tremore e perdita di memoria. La nuova ricerca, però, mette in luce nuovi segnali, che possono essere attacchi epilettici ma anche perdita di udito.
Questi potrebbero essere segnali da tenere particolarmente sotto controllo, perché potrebbero anticipare il Parkinson anche di dieci o quindici anni. Non si tratta di cambiamenti fisici repentini, ma di segnali di degrado fisico che si acuiscono lentamente, col passare del tempo. La cosa che ha fatto scalpore, oltre alla scoperta dei nuovi sintomi, è stata l’area di studio presa in esame dai ricercatori.
Questi hanno studiato un milione di individui di una determinata area a est di Londra, una delle zone più disagiate della metropoli britannica. Gran parte della popolazione di questa area ha un reddito molto basso, è multietnica, e ha una soglia di salute abbastanza complessa, con una percentuale altissima di casi di ipertensione e diabete. Proprio i problemi di salute, come ipertensione e diabete di tipo 2, sono tra le cause di sviluppo di Parkinson.
Potrebbe interessarti anche → Perché siamo stanchi e senza energie al cambio di stagione?
La dottoressa a capo del team, Cristina Simonet, ha chiarito che questo è stato il primo studio incentrato sulle fasi pre-diagnostiche della malattia. Proprio lo studio della popolazione disagiata ha permesso di chiarire i sintomi che anticipano lo sviluppo del Parkinson. Forse, proseguendo su questa strada, sarà possibile intervenire anche diversi anni prima della comparsa della malattia e tenerla sotto controllo.