L’educazione emotiva per i giovani è un fatto determinante nella formazione degli stessi. Scuole e famiglie a sostegno del benessere dei più piccoli
Le emozioni giocano un ruolo primario, nella formazione della personalità di un individuo, oltre che nello sviluppo delle proprie capacità personali e sociali. Esse sono la nostra bussola interna, e ricoprono una funzione decisiva nei nostri processi decisionali. Ci forniscono, infatti, informazioni sulle nostre necessità e sul nostro modo di approcciarci al mondo.
Tutte le emozioni sono fondamentali dal punto di vista evolutivo, esse infatti ci consentono di preservare il nostro benessere mentale e fisico, consentendo di adattarci e convivere con l’ambiente circostante. Comprenderle dunque, è estremamente importante ed alimentare la nostra intelligenza emotiva, un processo indispensabile per il raggiungimento della consapevolezza di se stessi.
Nel percorso di crescita di un bambino, molto spesso si assume un atteggiamento normativo per garantire un’integrazione adeguata dei più piccoli nella società, dimenticandosi della cura della sfera emozionale. Altre volte, addirittura gli stati emotivi più spiacevoli e di forte impatto, vengono tenute nascoste ai figli. Non ci sono atteggiamenti più controproducenti. Per essere adulti equilibrati è, infatti, centrale che si prenda confidenza con il proprio sentire.
Potrebbe interessarti anche >>> Il pianto fa bene alla salute: i benefici delle lacrime sul nostro corpo
La consapevolezza, il controllo e l’indipendenza emotiva, le competenze sociali, la capacità di sopravvivere, il benessere sono solo alcuni dei benefici che si avrebbero se si integrasse ai tradizionali metodi educativi, anche l’educazione emotiva. Lo sviluppo di tali competenze, richiede una pratica costante. Essa ha inizio nei primi anni di vita e deve essere presente durante l’intero ciclo vitale.
«Noi partiamo dal presupposto che i compiti quotidiani e il pensiero costruttivo siano carichi di informazioni affettive, e che queste informazioni debbano essere elaborate ( in modo diverso rispetto alle informazioni cognitive) e che gli individui possano differire nell’abilità con cui lo fanno», scrivono gli esperti Peter Salovey, e John D. Mayer, rispettivamente docente e ricercatore presso la Yale University, i quali illustrarono la struttura dell’intelligenza emotiva e la sua influenza sul comportamento e sulla mente.
Gli ultimi studi mostrano che l’educazione emotiva può avere effetti positivi sull’apprendimento, sul contrasto all’abbandono scolastico e sulla salute mentale dei ragazzi. Reprimere le emozioni, potrebbe portare a relazioni tossiche, comportamenti violenti e abuso di sostanze stupefacenti. Per tali motivi, si sta delineando l’esigenza sempre più impellente, di introdurre l’educazione emotiva nelle scuole, fin da quelle d’infanzia.
Nel particolare si auspicherebbe un maggior ascolto da parte del personale scolastico, nei confronti dei giovani; prendere in considerazione la loro persona nel complesso, e non solamente il loro ruolo di alunni. Inoltre, si potrebbe puntare “ grazie a un personale adeguatamente formato alla creazione di programmi scolastici non solo verticali ma interessanti, ovvero che consentano ai ragazzi di acquisire una vera esperienza riguardo a queste tematiche, che possano mettere in pratica a scuola, in famiglia e nella vita di tutti i giorni” afferma Luca Dinatale, psicologo e psicoterapeuta presidente dell’associazione Gli Sdraiati di Pavia.
L’intelligenza emotiva è la capacità di comprendere, utilizzare e controllare le proprie emozioni. Grazie ad essa, possiamo sviluppare il nostro potenziale, alleviare lo stress e la fatica, comunicare adeguatamente con il prossimo, stringere rapporti di empatia, progettare il futuro, superare sfide e conflitti.
Chi ne è dotato, dunque, è in possesso di un’enorme ricchezza ed ha molte più probabilità di avere una vita appagante, intensa e di successo. L’analfabetismo emotivo, al contrario è un limite, che ostacola un funzionale andamento della vita pratica ed affettiva. Ignorando come gestire le emozioni, soprattutto quelle negative, infatti rischiamo di diventarne schiavi.
In termini pratici, questo significa essere consapevoli che le emozioni possono orientare il nostro comportamento e avere un impatto sulle persone. Inoltre tale forma di intelligenza ci consente di gestire meglio noi stessi e i rapporti con gli altri.
Potrebbe interessarti anche >>> Gestire le emozioni: quando un aiuto può fare la differenza
Tra le caratteristiche dell’intelligenza emotiva, infatti c’è l’empatia. Qualità che ci permette di entrare in sintonia con le persone e di comprenderne i bisogni e sentimenti. Essa è dunque una grande risorsa, che garantisce preziose skills nella gestione della propria vita e della realtà, in tutti i suoi aspetti. (Elisabetta Prunas)