Carbone di cocco, potenziale combustibile green. Quali sono le probabilità, che tale rimedio possa essere valida alternativa ai combustibili fossili?
I combustibili fossili, sono fonti energetiche che si sono create successivamente la decomposizione, in assenza di ossigeno ( decomposizione anaerobica), di materia vivente. Essi contengono alte percentuali di carbonio, e l’energia utile risiede nei loro legami chimici. Si possono trovare sotto forma di petrolio, carbone, gas naturale e altri combustibili composti da idrocarburi.
Nel corso di questo secolo la discussione sui combustibili fossili, fa da sfondo alle problematiche di tipo ambientale, e alle difficoltà a cui il nostro pianeta sta cercando di far fronte, tra cui i cambiamenti climatici ed il surriscaldamento globale. Questo perché, l’utilizzo dei combustibili fossili è una delle principali cause di inquinamento. Tale consapevolezza ha favorito lo sviluppo, ma soprattutto la ricerca di energie alternative e rinnovabili.
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Carbone di cocco, un combustibile green a difesa dell’ambiente
Per affrontare il problema del consumo di combustibile nel Paese, la Sustainable Green Fuel Enterprise (SGFE, azienda fondata da una Ong nel 2008) in Cambogia, ha sviluppato una brillante soluzione “eco friendly”. La società produce oggi circa 15 tonnellate al mese di carbonella, derivata dal trattamento dei rifiuti organici. Essi sono principalmente costituiti da gusci di noci di cocco, con l’aggiunta di scarti di lavorazione del riso.
Con 1kg di questo tipo di carbonella, la cui forma garantisce migliori proprietà di riscaldamento rispetto al carbone tradizionale, si possono sostituire 1,1 kg di carbone da legname naturale, per la cui produzione sono necessari 6,6 kg di legno vergine. Tale informazione ci consentirebbe di allentare la pressione a cui le foreste sono sottoposte, risparmiando legno ed evitando deforestazioni e minacce alle biodiversità.
Inoltre, la ricerca dei gusci provenienti dai mercati cambogiani, consentirebbe in primo luogo di contribuire al risollevamento delle sorti del paese, in secondo luogo a finalizzare al meglio. l’utilizzo dei rifiuti organici disponibili. Il che, tra l’altro, consente anche di ridurre la quantità delle emissioni di metano (un gas ad elevato effetto serra), derivanti dalla decomposizione a cielo aperto della biomassa e di migliorare la gestione dei rifiuti urbani.
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Nonostante tale testimonianza sia estremamente positiva, non esistono però ancora ricerche sufficienti a sostegno di tale innovazione. Si auspica, al raggiungimento di una maggiore consapevolezza a riguarda, per una maggior sostenibilità e cura del nostro pianeta. (Elisabetta Prunas)