La coltivazione del carciofo non è complessa da realizzare, occorre pazienza e volontà. Vediamo quali le varietà, la semina, le cure e la raccolta.
Nel mese di marzo dovete sapere che si possono seminare un maggior numero di piante destinate all’orto.
Ciò è possibile, in quanto le piantine, grazie al riparo della coltura protetta, crescono bene e verranno poi trapiantate a primavera inoltrata.
Coltivare il carciofo risulta essere un’operazione piuttosto semplice. Scopriamo insieme tutte le fasi della coltura di questa spettacolare pianta.
Il carciofo
Il carciofo (Cynara scolymus) è un ortaggio appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
È ricco di fibre, fornisce un basso apporto calorico e ha un elevato contenuto in minerali molto utili quali potassio, calcio, fosforo e ferro.
Possiede anche un’azione antiossidante ed epatoprotettrice, ciò vuol dire che protegge il fegato dai processi di ossidazione.
Il carciofo per la coltivazione necessita di un clima mite e asciutto, ma ciò non esclude la possibilità di coltivarlo anche in zone relativamente più fredde, con le dovute attenzioni ossia sapendo che non sopravvivrà a temperature di 7-10 °C sotto zero.
Richiede un terreno leggermente sabbioso (in modo da favorire il drenaggio) e ben esposto al sole. I capolini del carciofo sono pronti per la raccolta quando sono sodi, compatti, con le Squame ben serrate.
Varietà
Di questa benefica e gustosa pianta esistono diverse varietà che possiamo così classificare in carciofi:
- autunnali e primaverili: in base al ciclo produttivo;
- spinosi e romaneschi: in base alla presenza o meno di spine (Spinoso Sardo, Spinoso di Albenga Romanesco di Campagnano, ecc);
- violetti e verdi: in base al colore del capolino (Violetto di Castellammare, Violetto di Catania, “Violetto di Toscana, Mammola Verde, “Verde di Palermo’ ecc.)
Semina e trapianto
In marzo-aprile oppure in settembre-novembre, il modo più semplice e sicuro per riprodurre il carciofo è il trapianto dei carducci (germogli che crescono al piede della pianta adulta).
In alternativa, un altro sistema per riprodurre il carciofo, è per ovoli (porzioni di rizoma provviste di gemme) da eseguire però in luglio-agosto.
Sia i carducci sia gli ovoli, vanno posizionati in fosse di 30 cm di diametro e 20 di profondità, sul fondo delle quali va sparso del terriccio mescolato a letame (o compost).
Occorre mantenere distanze di impianto che variano da:
- 90-100 cm tra le file;
- 70-80 cm sulle file;
- 100-120 cm per quelle a grande sviluppo;
- 120-130 cm per le varietà a sviluppo limitato.
Cure
Il carciofo è una pianta che necessita di azoto, di fosforo e di potassio, fertilizzanti di origine naturale come letame maturo oppure compost.
La terra deve mantenere l’umidità, è importante una frequente irrigazione ma allo stesso tempo deve essere anche evitare il ristagno di acqua, fonte di malattie funginee che possono provocare marciumi. Inoltre il carciofo teme le gelate, ragion per cui è fondamentale coprire con tessuto non tessuto.
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Raccolta
I boccioli fiorali o capolini, vanno raccolti via via che sono pronti, tagliandoli con almeno 20-30 cm di gambo (ogni pianta può produrre da 4 a 20 carciofi).
La raccolta inizia ad ottobre e prosegue fino ai mesi di maggio o giugno. In verità, a seconda dalla zona nella quale si vive, vi possono essere delle variazioni nel periodo di raccolta indicato.
Dopo la raccolta dei carciofi, le piante si seccheranno, entrando così in un periodo di riposo, che durerà fino a quando non inizierà un nuovo ciclo produttivo, quando la carciofaia si risveglierà.