Anche avendo a disposizione una entrata fissa al mese non molto elevata è possibile accendere un mutuo. Il modo per farlo è questo qui.
Accendere un mutuo, chi l’ha detto che è necessario sempre e comunque uno stipendio bello massiccio? In alcuni casi non è così e può bastare una entrata mensile fissa che superi anche di poco i mille euro. Ovviamente però bisogna tenere bene a mente che la banca che ci dovrà concedere il prestito esigerà delle garanzie ben specifiche.
Quello attuale è un periodo sostanzialmente favorevole per accendere un mutuo. Per cui la richiesta in tal senso sta mostrando un aumento rispetto al passato. In più esistono dei sussidi e degli incentivi in piena regola da parte dello Stato a procedere in tal senso.
Ad esempio c’è il bonus che agevola il procedimento dell’accendere un muto per gli under 36. E poi ci sono dei tassi di interesse molto convenienti perché bassi. Ma bisogna sempre e comunque rivolgere con attenzione lo sguardo alle clausole inserite nel contratto che andremo a firmare con la banca.
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Ad esempio, controlliamo per bene quale sia per l’appunto la natura degli stessi tassi di interesse e quanto essi possano risultare variabili. Ad ogni modo, l’accensione di un mutuo può essere fatta anche con uno stipendio non alto. Purché comunque si riesca a coprire la rata del mutuo con un terzo dello stesso.
Un salario di mille e duecento euro presuppone che la rata vada non oltre i 400 euro, per fare un esempio. I rimanenti 800 euro vengono poi ritenuti all’unanimità una cifra sufficiente ad arrivare alla fine del mese. E questo è il caso di un singolo che intende comprare casa.
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Se siamo in presenza di un nucleo famigliare composto da due persone, ed eventualmente anche da uno o più figli, allora il discorso cambia. E le cifre in ballo devono per forza di cose farsi più grandi. Per dire, sarebbero necessari almeno 1600-1800 euro, anche monoreddito.
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Senza contare che poi la banca va ad indagare su quale sia la natura del reddito stesso, se deriva cioè da un posto fisso quale quello da dipendente statale o se è legato alla attività da libero professionista. In quest’ultimo caso servono ulteriori paletti da rispettare, come ad esempio non l’avere mai accusato cali di entrate negli ultimi due anni di professione.