Se dopo aver mangiato si è vittime di forti mal di testa, la causa potrebbe riguardare la cattiva digestione. Attenzione all’alimentazione
E’ estremamente frequente la possibilità di essere affetti da forti mal di testa a seguito di un pasto. A volte la causa può coinvolgere l’assunzione di un’eccessiva o una ridotta quantità di zuccheri. Infatti fenomeni di ipoglicemia o iperglicemia possono portare alla comparsa di emicranie temporanee. È altamente probabile però, soprattutto nei soggetti che soffrono di dispepsia, che la cefalea sia il prodotto di una digestione inadeguata.
A testimonianza del fatto che esiste una connessione tra le due cose, molto spesso nei casi di cefalea più importanti, come l’emicrania o la cefalea a grappolo, coesistono sintomi come nausea e vomito. Le ragioni di questa associazione sintomatologica sono plurimi, ma la motivazione principale risiede nella connessione diretta che esiste tra stomaco e cervello grazie alla presenza del nervo vago.
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Mal di testa dopo aver mangiato: il ruolo del nervo vago
Il nervo vago, o nervo pneumogastrico, nasce nel tronco cerebrale e si estende verso l’addome innervandone i tessuti. Esso è coinvolto nella comunicazione diretta tra stomaco e cervello, ponendoli in stretta connessione tra loro. Nei casi di dispepsia funzionale, lo stomaco si svuota più lentamente del normale e conseguentemente può sollecitare smodatamente tale struttura cerebrale provocando la cefalea.
Il risultato è dunque ad esempio che chi è affetto da intolleranze, chi assume pasti eccessivamente abbondanti o pesanti, chi è affetto da reflusso gastroesofageo o gastrite è molto probabile che sia vittima di mal di testa. Inoltre anche problemi infiammatori, possono essere segnalati all’encefalo attraverso questo asse mediato dal nervo vago. Pertanto pazienti con infezione da Helicobacter Pylori o con gastrite biliare, frequentemente segnalano mal di testa di notevole entità.
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Esiste però un processo inverso che coinvolge l’azione della serotonina, neurotrasmettitore che possiede un’importanza imprescindibile nell’attività modulatoria a livello cerebrale. Infatti molto frequentemente la dispepsia funzionale, e quindi anche le cefalee, sono strettamente collegate alla sfera dell’umore. Ansia, stress psicofisico, carenza di sonno, depressione possono essere le cause di una cattiva propagazione di informazioni dal sistema parasimpatico al nervo vago, causando nuovamente problemi gastrointestinali. L’ulcera è infatti considerata la malattia psicosomatica per eccellenza dando credito alla teoria dei “due cervelli” secondo cui la pancia ed il cervello stesso siano sempre in correlazione fra loro.
Rimedi contro le emicranie da digestione
Tra i rimedi che possono regolarizzare la peristalsi e quindi lo svuotamento gastrico, utili anche ad affievolire il problema del mal di testa, esiste la corretta masticazione ed una buona alimentazione. Evitare gli alcolici, salumi, cibi fermentati, e formaggi e carni grasse. Prediletta invece l’assunzione di abbondanti quantità di acqua, alimenti ricchi di fibre, avena, riso, cerali e carni bianche. Tali prodotti hanno possiedono infatti una buona capacità riequilibrante in termini digestivi.
Tra le altre cose, sicuramente utili ad un’ ottimale regolarizzazione delle attività gastrointestinali ed alle conseguenti cefalee, sono la camomilla, la salvia, la calendula e lo zenzero. La camomilla infatti, contribuisce grazie alla sua azione sedativa, ad attenuare il mal di stomaco provocato dallo stress. Essa è classificata nelle erbe digestive, depurative e rinfrescanti. La salvia è indicata per favorire il benessere gastrico grazie alle sue proprietà digestive e spasmolitiche. La calendula effettua anch’essa un’azione leggermente sedativa e protegge dalle coliti. In ultimo lo zenzero, per le sue proprietà lenitive potrebbe contribuire a proteggere lo stomaco dalle infiammazioni e favorire la digestione.