Carenza di vitamina D: come individuarla grazie all’olfatto

Ecco come il nostro olfatto può aiutarci a capire se abbiamo una carenza di vitamina D: scopriamo di cosa si tratta e quali sono i sintomi.

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(Foto Adobe Stock)

La vitamina D svolge un ruolo di primo piano per l’assorbimento del calcio nelle ossa. Le fonti di assimilazione di questa importante sostanza, tuttavia, sono davvero ridotte. Questo spiega perché la maggior parte della popolazione ne è carente, molto spesso senza saperli. Ecco un modo davvero semplice e immediato per individuare la carenza di vitamina D tramite l’olfatto.

Carenza di vitamina D e olfatto: c’è un collegamento?

Le funzioni della vitamina D, che contribuiscono al benessere del nostro organismo, sono davvero numerose.

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(Lubov Lisitsa – Pixabay)

Questa fondamentale sostanza, infatti:

  • regola il metabolismo del calcio, occupandosi della calcificazione delle ossa;
  • mantiene regolari i livelli di calcio e fosforo nel sangue;
  • contribuisce al corretto funzionamento del cuore;
  • è indispensabile per l’elasticità dei muscoli.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nutrients, con il passare degli anni l’assorbimento di questa sostanza diventa sempre più difficile.

La carenza di vitamina D, in questo caso, è abbinata a una compromissione dell’olfatto.

Stando a quanto rilevato dai ricercatori, infatti, questo senso si considera in perdita e può essere associato a un deficit nutrizionale quando riusciamo a percepire solo sei degli otto principali odori che l’apparato olfattivo riesce a percepire con facilità.

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Gli altri sintomi di deficit di vitamina D

Non solo olfatto: ci sono ulteriori campanelli di allarme che potrebbero indicare una carenza di vitamina D.

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Perdita di capelli (Pixabay)

Tra i principali sintomi di questa condizione elenchiamo:

  • Dolore alle ossa e mal di schiena;
  • Astenia;
  • Osteoporosi;
  • Perdita di capelli;
  • Depressione;
  • Compromissione del sistema immunitario.

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Carenza di vitamina D: fattori di rischio e prevenzione

Quali sono i fattori di rischio che rendono maggiormente esposti ad un deficit di vitamina D?

(Pixabay)

Ci sono alcune categorie di persone che possono sviluppare tale carenza più facilmente, per via di una serie di caratteristiche:

  • Persone anziane;
  • Persone obese e in sovrappeso;
  • Persone con la pelle scura;
  • Chi vive in zone lontane dall’equatore, poco esposte al sole.

Come si assimila la vitamina D? Abbiamo già anticipato che in natura esistono pochissime fonti di questa sostanza. Tra i cibi che la contengono ci sono:

  • Pesci grassi;
  • Olio di pesce;
  • Crostacei;
  • Tuorlo d’uovo;
  • Latte e latticini;
  • Funghi;
  • Spinaci;
  • Cavolo riccio;
  • Semi di soia;
  • Fagioli tondini.

Sfortunatamente, non sempre è possibile assumere il quantitativo giornaliero necessario attraverso la dieta.

La principale fonte di assorbimento di questa sostanza, però, è l’esposizione solare: quando ci troviamo sotto al sole, infatti, il nostro organismo converte il colesterolo in vitamina D.

Naturalmente, è essenziale tenere a mente i rischi dei raggi UV, derivanti dal rimanere sotto ai raggi solari per molto tempo.

In caso di deficit di vitamina D, inoltre, si potranno assumere integratori su indicazione del proprio medico.

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