Quali sono le possibilità che il Governo sta o può prendere in considerazione per contrastare l’aumento delle bollette relativo al gas, la situazione.
Aumento delle bollette, il Governo ha preparato una maxi manovra da 7 miliardi circa per tamponare le spese che graveranno sulle tasche degli italiani nel corso di tutto il 2022. E probabilmente anche per parte del 2023. Tale misura dovrebbe subire delle ulteriori modifiche, per potere fare si che tale paracadute finanziario possa arrivare a 10 miliardi, con ulteriori modifiche.
C’è anche un altro piano che l’Esecutivo intende mettere in atto allo scopo di fare fronte alla emergenza energetica ed all’aumento delle bollette. E riguarda più nello specifico la situazione legata al gas. Si punta a raddoppiare in questo caso la misura di estrazione di tale elemento sul suolo nazionale.
La quantità di gas italiano ammonta, ad oggi, a 3,35 miliardi di metri cubi. Con un aumento a 7 mld cubici, la crisi energetica e l’aumento delle bollette che ha colpito il nostro Paese più di qualsiasi altro nell’Unione Europea verrebbero in qualche modo contenute.
Aumento delle bollette, i piani alternativi dell’Italia
La cosa pare debba coinvolgere degli investimenti per due miliardi di euro oltre a dare il luogo a procedere a delle apposite gare di appalto. La brutta notizia è che potrebbero volerci almeno dieci mesi, visto che sono necessari dei lavori strutturali.
La quantità di gas che serve all’Italia per stare al caldo in inverno ammonta a 76,1 mld cubici. Di questi circa un terzo (28,4 mld cubici, n.d.r.) arrivano dalla Russia. Ma la attuale situazione politica non è affatto semplice e servono via alternative. Come ad esempio il raddoppiare la capacità di gas esportato dall’Azerbaigian, che da 10 miliardi cubici potrebbero arrivare a 20 miliardi cubici.
Un aumento della capacità potrebbe conoscerlo anche il Transmed, ovvero il gasdotto che parte dalla Algeria e che ad oggi è sottoutilizzato (21,1 mld cubici sui circa 30 mld cubici di capacità massima). E poi ci sono il gasdotto dalla Libia e le riserve italiane, pari a quasi il 44% del loro totale, che è di quasi 20 mld cubici. Riserve che basterebbero per appena un mese.
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Quali conseguenze dagli scenari attuali
L’Italia però risulta avere più gas immagazzinato rispetto a Francia, Germania ed Olanda, per dire. Altre fonti importanti sono i rigassificatori attivi a La Spezia, Livorno e Rovigo. Ora, la situazione di conflitto tra Russia ed Ucraina potrebbe portare Mosca ad interrompere le forniture.
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Il premier Draghi ed il ministro degli Esteri, Di Maio, sono al lavoro per tenere a bada Putin. In caso di chiusura del gasdotto russo potrebbero partire delle conseguenze a catena, come la rottura delle relazioni diplomatiche e l’isolamento internazionale della Russia, che la UE e gli Stati Uniti potrebbero usare come deterrente, al pari degli altri Paesi occidentali.
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Tutto questo potrebbe fare avvicinare la Russia alla Cina. Le due maxi potenze asiatiche, pur condividendo alcune ideologie storico-politiche, sono sempre stare reciprocamente “cordialmente antipatiche”. Le cose però potrebbero cambiare. Ma è chiaro che questi sono scenari che la comunità internazionale intende evitare.