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Salute e Benessere

Caffè e memoria: è una relazione sana o dannosa?

Pubblicato da
Serena Ponso

Il caffè è una tra le bevande più consumate al mondo e la più amata dagli italiani, ma che effetti ha sulla memoria e che relazione intercorre tra la bevanda e questa funzione psichica?

Tazza di caffè con chicchi (Pixabay)

Il caffè non è solo una bevanda, rappresenta infatti anche un momento di relax e di piacere. Il caffè è dunque anche uno stato d’animo. Ci permette di rilassarci e di prenderci una pausa dalla nostra routine quotidiana, fornendoci le giuste energie per affrontare qualsiasi incombenza.

Ma perché non possiamo fare a meno del caffè? La causa risiede nella caffeina al suo interno, una sostanza appartenente alla famiglia degli alcaloidi, composti molto diffusi nelle piante. Come gli altri alcaloidi (morfina, atropina, stricnina e nicotina), anche la caffeina è in grado di influenzare alcune reazioni biologiche nell’uomo, più o meno positive.

Oggetto di numerosi studi, il caffè è sempre stato analizzato da molteplici punti di vista, perché la sua assunzione comporta dei pro e dei contro sul fisico. Ma che effetti può avere questa bevanda sulla memoria?

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La relazione tra caffè e memoria

Caffè in polvere e chicchi (Pixabay)

Essendo il caffè dannoso per la salute in alcuni contesti (si pensi ad alcune malattie come il reflusso gastroesofageo, anemia, ipertensione, tachicardia, ecc.) ci si è spesso chiesti quante tazzine al giorno è meglio consumare. Le risposte sono state diverse ma per la scienze sono tre.

Secondo una ricerca effettuata dall’University of Wisconsin-Milwaukee negli Stati Uniti, tre tazzine di caffè al giorno aiuterebbero infatti il cervello a migliorare la memoria a lungo termine. Si tratta della diretta conseguenza di una scoperta che è stata fatta da Ira Driscoll. Secondo la psichiatra, tre tazzine di caffè al giorno sono in grado di proteggere il cervello dalla demenza senile. Ecco perché il caffè assunto in questa quantità è in grado di potenziare la memoria.

La ricerca è stata fatta nell’arco di 10 anni, durante i quali sono stati presi in esame un gruppo di anziani analizzando il loro stato di salute e il loro consumo giornaliero di caffeina. Da qui è emerso che chi ha bevuto durante il giorno tre tazzine di caffè ha ridotto il rischio di incorrere in deficit cognitivo o demenza senile, con un’incidenza del 36% rispetto a coloro che hanno bevuto meno caffè o non l’hanno bevuto per niente.

Lo studio ha inoltre testimoniato come la caffeina sia in grado non solo di incrementare la memoria a lungo termine, ma anche quella a breve termine e l’apprendimento. In riferimento a quest’ultimo aspetto, gli studiosi hanno avanzato l’ipotesi secondo cui la caffeina sia in grado di agire sulla noradrenalina. Si tratta di un ormone in grado di fissare i ricordi nella mente.

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Se dunque stavi cercando una risposta, sappi che è affermativa: il caffè è in grado di migliorare la memoria. Un motivo in più per gustarlo!

Serena Ponso

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