Coltivare e prendersi cura del tronchetto della felicità è davvero semplice se si osservano alcune tecniche: gli step da seguire.
Coltivare e prendersi cura del tronchetto della felicità è davvero semplice se si osservano alcune tecniche: gli step da seguire. È una delle piante più diffuse nelle case, non solo perché bella da vedere, ma anche per via della sua nomea. Il nome scientifico è dracaena fragrans e si dice che porti fortuna. Inoltre, è resistente e si adatta ad ogni tipo di abitazione. È una pianta ottima anche per i meno esperti.
Si tratta di una pianta sempreverde originaria dell’Africa tropicale. Presenta foglie lunghe e strette e un tronco fino che può raggiungere diversi metri di altezza. In casa è quasi impossibile farla crescere così tanto, me tra due e tre metri è possibile. Tra le sue doti ci sono quelle di purificare l’aria e di assorbire sostanze inquinanti. Ma come prendersene cura?
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Il tronchetto delle felicità ha una lunga storia alle spalle. I grechi l’hanno battezzato in questo modo, dracena, che significa “femmina di drago”. Il motivo? Perché il tronco produce una resina dal colore rosso che ricorda il sangue. Gli antichi attribuivano proprietà miracolose a questa resina, e infatti questa veniva utilizzata in numerose ricette mediche.
Nei secoli passati, la resina rossa del tronchetto si usava per medicare ustioni, ferite e piaghe. Nel corso del tempo, la dracaena è stata ribattezzata “tronchetto della felicità”. Per prima cosa, il nome deriva a causa della forma di piccolo tronco, e poi perché si dice che porti fortuna e faccia stare bene. La sua presenza in casa, infatti, darebbe maggiore serenità e ridurrebbe lo stress.
Avendo origine tropicale, il tronchetto ha bisogno di un determinato clima, ossia caldo umido e luminosità. Tuttavia, questa pianta non deve essere riposta direttamente sotto i raggi di sole, e ha bisogna di una temperatura idonea per crescere bene, che è di circa 25°. Ovviamente, deve stare lontano dal gelo, poiché un clima inferiore ai 12° potrebbe ucciderla.
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Il tronchetto della felicità si adatta bene a ogni ambiente interno ed è molto resistente, tanto che, se curato a dovere, può vivere tantissimo tempo. Le annaffiature devono essere regolari, mai troppo esagerate, ma costanti. Bisogna evitare di far ristagnare l’acqua, perché i ristagni potrebbero far marcire le radici. Inoltre, è buona abitudine nebulizzare le foglie, specie in estate. In inverno, le annaffiature si possono ridurre a un paio di volte a settimana.
La mossa vincente per farla crescere in salute è pulire le foglie dalla polvere, senza però utilizzare agenti chimici. Meglio accarezzare le foglie con un batuffolo di cotone o con un panno morbido, imbevuto di acqua e un poco di aceto, oppure di latte, per rinvigorire il suo aspetto. Ogni due anni, bisogna trapiantare il tronchetto in un vaso più capiente, e riconcimare.
Il terriccio migliore è quello a base di torba e con della pietra pomice, che favorisce il drenaggio dell’acqua. La fioritura è abbastanza rara in appartamento, tuttavia dovrebbe avvenire in primavera e estate, fino all’inizio dell’autunno. I suoi fiori sono bellissimi e profumati, di colore chiaro. Per la cura del tronchetto non occorrono molte potature, basta soltanto eliminare le foglie secche durante l’estate. Le forbici che si utilizzano per tagliare gli steli devono essere sterilizzate, per non incorrere in malattie batteriche e micotiche.
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Se occorre fare qualche potatura, basta tagliare di netto il ramo, senza lasciare sfilacciature. La parte recisa andrebbe poi disinfettata con della sabbia o della cenere, altrimenti potrebbe infettarsi. Se le foglie cominciano a seccarsi, questo avviene soprattutto alle punte, significa che il dosaggio di acqua è sbagliato. Per evitare che ciò accada, bisogna fare attenzione alle annaffiature giuste, alla temperatura e alla disposizione in casa. Le cure non sono molte, basta solo stare attenti e attuare queste piccole tecniche, in questo modo la pianta vivrà a lungo.