Radiografia, ecografia e risonanza magnetica, qual è la differenza tra questi esami e quando è opportuno eseguirli. Scopriamolo insieme.
Quando accusiamo qualche dolore acuto o cronico per poter andare a fondo e cercare di capire da dove ha origine il nostro malessere, è opportuno indagare tramite specifici esami diagnostici.
In particolare si eseguono tecniche di diagnostica per immagini quali radiografia, ecografia e risonanza magnetica.
Purtroppo però, la maggior parte delle volte, si eseguono senza la prescrizione del medico e senza sapere quando è giusto effettuare l’una o l’altra.
Proprio per tale motivo abbiamo deciso di fare chiarezza su questi esami e sottolineare le differenze tra radiografia, ecografia e risonanza magnetica.
Radiografia, ecografia e risonanza magnetica: cosa sono
Radiografia, ecografia e risonanza magnetica, tutti ne conoscono l’esistenza ma la maggior parte ignora l’utilità dell’uno piuttosto dell’altro esame.
Cominciamo con la spiegazione dei tre esami, capire cosa sono e a cosa servono è fondamentale per arrivare a determinare quando eseguirli.
Radiografia
La radiografia, impiega i raggi X, i quali vengono assorbiti in quantità maggiori dalle ossa e minori dai tessuti molli; ciò produce il contrasto tipico delle immagini a raggi X, con le ossa che appaiono perfettamente definite. La radiografia è uno strumento utilizzato per diagnosticare numerose malattie.
Ecografia
L’ecografia è estremamente vantaggiosa perché non utilizza radiazioni ionizzanti ma ultrasuoni, non comporta grande impegno economico e può essere eseguita in sicurezza da tutti i pazienti, comprese le donne in età fertile.
L’ecografia studia gli organi in movimento, soprattutto in ambito muscolo-scheletrico (tendini, legamenti, muscoli e articolazioni) oppure tessuti superficiali con strutture molto piccole.
In ambito ostetrico-ginecologico, l’ecografia morfologica è l’esame più utilizzato dalle future mamme che si sottopongono per il controllo del feto.
Risonanza magnetica
È uno tra i maggiori strumenti di più elevato livello tecnologico ma anche il più costoso per chi lo effettua.
Una tecnologia più recente rispetto alla TAC o alla radiografia e non prevede l’utilizzo di radiazioni o di raggi X ma che si basa su due tipi di energie: le radiofrequenze e gli elevati campi magnetici.
La risonanza magnetica viene solitamente effettuata per esaminare i diversi organi, lo scheletro o le articolazioni, a seconda della patologia presentata dal paziente.
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Differenze
Per poter conoscere la condizione necessaria per poter eseguire un esame piuttosto che un altro, è necessario conoscere le differenze fra essi.
Differenza tra radiografia, ecografia e risonanza magnetica:
- radiografia: la radiografia è particolarmente adatta per gli esami delle ossa e dei tessuti calcificati; grazie a questa metodologia è possibile rilevare eventuali fratture, problemi articolari, etc. Viene, come infatti, prescritta dal medico in caso di possibile o effettiva frattura delle ossa per constatare l’entità del danno subìto. Questo esame a differenza dell’ecografia non può essere eseguito nel primo trimestre di gravidanza e deve essere accuratamente dosato nei mesi successivi;
- ecografia: l’ecografia in questo caso, ha delle limitazioni, proprio perché non riesce a vedere cosa c’è all’interno dell’osso e, per questo motivo, è necessario ricorrere alla radiografia o eventualmente alla risonanza magnetica. L’ecografia però può osservare gli organi interni, i muscoli o i liquidi (vasi, ematomi, cisti), è come infatti solitamente prescritta per osservare organi in movimento. Questo esame può essere eseguito anche e soprattutto in gravidanza;
- risonanza magnetica: in merito alla RM, il referto è rappresentato su diversi piani (sagittale, coronale e assiale) e sarà molto più dettagliato rispetto a quello di un esame RX. La RM viene solitamente effettuata per esaminare i diversi organi, lo scheletro o le articolazioni, a seconda della patologia presentata dal paziente. A causa del campo magnetico generato non possono sottoporsi all’esame persone portatrici di apparecchi metallici interni, come pace-maker, protesi metalliche, clips vascolari. Durante la gravidanza l’esame non è controindicato, anche se la prudenza consiglia di evitarlo nelle prime 12 settimane di gestazioni.
Ora che conoscete lo scopo dei tre esami e la differenza tra loro sarà più semplice capire quale eseguire a seconda del dolore che si accusa.