In molti avranno notato come sia diventato sempre più difficile, da qualche settimana a questa parte, reperire degli alimenti nei supermercati. Perché sta succedendo tutto questo?
I supermercati sono lo specchio di come vanno le cose in ambito sociale ed economico. Ricordate cosa accadde nei primi giorni della pandemia? A marzo 2020 in tanti diedero l’assalto a diversi punti vendita per accaparrarsi quanti più generi alimentari di prima necessità.
Ed anche durante l’emergenza sanitaria, in pieno lockdown, i supermercati fecero da punto di riferimento per tutti noi. Molti cibi erano spariti e gli scaffali spesso risultavano vuoti, Ma anche oggi sta succedendo qualcosa di altrettanto controverso.
Difatti ci troviamo in una fase nella quale i rincari hanno colpito i prezzi di praticamente qualunque bene di prima necessità. Questo sia in ambito alimentare che per quanto riguarda i consumi, come i carburanti o le bollette.
E tutto ciò è strettamente correlato. I rincari di luce e gas vanno ad influenzare in negativo la produzione industriale. Sono aumentati anche i prezzi delle materie prime necessarie per il confezionamento e l’imballaggio.
E con la benzina ed il diesel scattati verso l’alto, sono aumentati in maniera greve pure i trasporti dagli impianti industriali ai supermercati e negozi preposti, specialmente quelli su gomma, che rappresentano circa il 70-80% della rete italiana.
Da una situazione negativa originaria ha avuto luogo un effetto valanga che finisce con il ripercuotersi sulle tasche di noi consumatori. Da qui tutti i rincari del caso. Però dei supermercati stanno avendo problemi nei rifornimenti, specialmente di certi generi alimentari tra i più richiesti.
La frutta, la verdura, il pesce, poi anche le piantine, uscendo dall’ambito alimentare, sono diminuiti in presenza all’interno di molti punti vendita nel nostro Paese.
Oltre ad aumento di benzina e diesel, di luce e gas e di materie prime per gli imballaggi, come carta, vetro ed altro, si riscontrano anche altre situazioni negative che hanno portato a questa situazione.
Eventi naturali sfavorevoli come alluvioni o siccità, vento forte e quant’altro hanno portato alla distruzione di parte dei raccolti o del prodotto naturale, nel caso dei fiori. Questa è una cosa avvenuta in diverse parti del mondo in maniera improvvisa, e della quale ha risentito l’import-export global.
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I danni ammontano a miliardi di euro se si prende in considerazione l’ultimo decennio. Ed anche il comportamento dell’uomo, tra abbattimento degli spazi verdi, cementificazione selvaggia ed aumento delle emissioni di anidride carbonica, non fa altro che favorire tutte queste convergenze sfavorevoli.
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Difatti gli episodi non previsti di disastri naturali sono ascrivibile al famigerato cambiamento climatico, per il quale è necessario che i governi di tutto il mondo si diano da fare nel mettere in pratica il più presto possibile delle politiche che impattino il meno possibile sull’ambiente.
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I recenti incontri istituzionali che hanno portato diversi capi di Stato ad affrontare il problema non sono risultati sufficienti, a detta di molti, affinché la situazione possa migliorare in tal senso. E le conseguenze stiamo cominciando a vederle in maniera seria con questa situazione di crisi. La cui uscita appare fissata sicuramente non nel 2022.