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Chi ha accesso al conto in banca di un defunto: iter da seguire per l’eredità

Pubblicato da
Andrea Cerasi

La legge italiana parla chiaro, ci sono regole specifiche su quali familiari hanno accesso al conto in banca di un defunto: ecco l’iter da seguire per l’eredità.

Ci sono regole specifiche su quali familiari hanno accesso al conto in banca di un defunto (foto da Pixabay)

La legge italiana parla chiaro, ci sono regole specifiche su quali familiari hanno accesso al conto in banca di un defunto: ecco l’iter da seguire per l’eredità. Si tratta di una legge di successione ben regolamentata ma che non molti conoscono. Gli eredi di un defunto, oltre ad affrontare la sofferenza per il lutto in famiglia, devono sbrigare delle pratiche per provvedere alla successione dei soldi sul conto corrente.

Possono accedere al conto le persone iscritte sul testamento e gli eredi legittimi, ma per farlo, questi devono sbrigare alcune pratiche. Quali? ad esempio avvertire la banca dell’avvenuto lutto, presentando tutti i documenti relativi alla successione. Ma quali sono i documenti da presentare e come procedere?

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I documenti da presentare alla banca per l’eredità in caso di lutto in famiglia

L’iter da seguire in caso di un lutto in famiglia (foto da Pixabay)

Gli eredi della persona defunta devono presentare alcuni documenti. L’iter previsto dalla legge italiana prevede:

  • Il certificato di morte rilasciato dal Comune in cui è avvenuto il decesso
  • L’atto di notorietà
  • La copia del verbale di pubblicazione del testamento (qualora fosse presente un testamento)
  • Un certificato di successione, che ha un’imposta da pagare all’Agenzia delle Entrate, nel quale sono presenti nel dettaglio tutti i beni e i possedimenti dichiarati, tra cui il conto corrente

Ma se il conto corrente è cointestato? In questo caso, ne viene trattenuto il 50% del denaro totale. Per sbloccare l’altra metà del conto, occorre svolgere l’iter elencato in precedenza. Per prendere il certificato di morte occorre avvertire il Comune in cui è avvenuto il decesso. Si tratta di un documento che regola i rapporti tra privati e Pubbliche Amministrazioni.

L’iter da seguire in caso di un lutto in famiglia

Per riscuotere l’eredità, bisogna avere il numero di protocollo associato alla registrazione dell’atto di morte (foto dal web)

Una volta fornito il documento, bisogna elencare le utenze, per disdirle o meno, bloccare il pagamento della pensione, chiedere i giorni di permesso dal lavoro per sbrigare le varie pratiche. Oltre alle generalità del defunto e la data in cui è avvenuto il decesso, bisogna farsi affidare anche un numero di protocollo associato alla registrazione dell’atto di morte.

Una volta avuto il numero di protocollo, bisogna recarsi nella banca dove il defunto aveva il conto corrente. A questo punto, la banca blocca ogni conto, per sbloccarlo ci vuole tempo e ci vogliono documenti. Ad esempio, se presente, ci vuole il testamento del defunto. Bisogna incaricare un professionista per le indagini sul patrimonio da far ereditare.

Compiere un’indagine sugli averi del defunto, in alcuni casi, è molto utile, prima di effettuare la dichiarazione di successione. Entro un anno si deve effettuare la dichiarazione di successione per ottenere i beni e il patrimonio. Per la successione occorre interagire con l’Agenzia delle Entrate, con la quale si chiariscono tutti i beni e il patrimonio da ereditare e a chi spettano.

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In questo modo sono determinate le imposte da pagare. Solo dopo questo passaggio è possibile effettuare la divisione ereditaria. La successione può essere legittima o testamentaria e deve rispettare degli obblighi tributari. La successione legittima, ovviamente, avviene nel caso in cui non comparisse alcun testamento. L’eredità è applicata agli eredi diretti, in base al rapporto di parentela più vicino al defunto.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.