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Galateo: e tu quante ne sai? l’arte della buona educazione

Pubblicato da
Serena Garofalo

Galateo: e tu quante ne sai? Qualunque sia il nostro lavoro o qualsiasi cosa nella vita si voglia essere, rimanere educati è fondamentale

(da pixabay)

Chiunque nella vita si voglia essere, rimanere educati costituisce probabilmente la prima cosa. Non importa se si è ai più alti vertici del mondo o si svolga un lavoro più umile, a parlare di te non è il tuo conto in banca, ma la maniera in cui ti rivolgi agli altri, l’accortezza che per gli altri dimostri. Spesso i ritmi di vita frenetica ci fanno dimenticare questo passo fondamentale, e ci chiude nell’orizzonte piccolo del nostro egoismo.

La gentilezza, l’educazione, non avrebbe bisogno di regole: basterebbe basarsi su quel che l’uomo sente di essere, per sua natura gentile. Ed invece le regole, se qualcuno avesse il dubbio su come si sia gentili, ci sono. Ovvio che alcune parti del galateo sono ormai assai lontane dal nostro modo di sentire, ed altre invece sono rivolte proprio a noi.

Ecco quindi qualche regola principale per non passare da maleducato.

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Galateo, l’abc dell’educazione: i gesti che non puoi non fare

(da pixabay)

Partiamo dalle basi: quando ti presenti ad una persona e nell’usanza tutta italiana le tendi la mano, fai caso alla stretta che dai. Nessuna mano morta e neppure una presa di ferro: nel primo caso appariresti senza forze, quasi scialbo, nell’altro prepotente.

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A tavola: niente cellulare, neppure tenerlo poggiato sul tavolo. Mettetelo via, in borsa o in tasca che sia. Prendete il piatto che è davanti a voi, non un altro, anche se la porzione è più piccola. Se siete stati invitati, non presentatevi mai a mani vuote: potreste portare qualcosa per il pranzo o qualcosa per la padrona di casa. A fine pasto, offritevi sempre d’aiutare. Se vi viene risposto di no, allora non siate insistenti.

Bisognerebbe inoltre cedere il passo: gli uomini alle donne, i giovani agli anziani. Lo stesso vale per i posti a sedere.

Serena Garofalo