Come funziona il Bonus Partite IVA e cosa è richiesto allo scopo di potere avanzare domanda. Quanto frutta e quali spese copre, tutti i dettagli.
Bonus Partite IVA, in cosa consiste questo provvedimento studiato dal Governo e che si aggiunge alla pletora di altre misure volte ad incentivare i consumi e le attività economiche fornendo sgravi fiscali e sussidi economici, soprattutto a determinate categorie.
Nel caso del Bonus Partite IVA, destinatari della misura sono i lavoratori autonomi che devono avere necessariamente il POS. In questo modo quindi si procede con quello che è l’obiettivo principale delle autorità di controllo finanziarie, ovvero promuovere i pagamenti tracciabili, che avvengono con moneta elettronica.
Nel Bonus Partite IVA la promozione di questa forma di versamento è fondamentale. Non tutti si adattano però, a causa dei costi di gestione connessi. Vediamo più nel dettaglio come si può accedere a questa misura.
Ovviamente la Partita IVA è un requisito indispensabile per potere ottenere il sostegno economico del caso. Il riconoscimento economico è erogato sotto forma di credito di imposta ed è tranquillamente cumulabile con altre misure. E può essere sfruttato per acquistare i necessari strumenti di tracciamento come un lettore POS, oltre che per le già citate spese di commissione.
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Il bonus in questione ricopre un periodo retroattivo che parte dal 1° luglio 2021 ed è valido fino al prossimo 30 giugno 2022. Per chi è munito di registratore di cassa occorre anche dotarsi di memorizzazione del trasferimento compiuto, con i dati che vengono poi rilevati dall’Agenzia delle Entrate.
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Tale sussidio va richiesto mediante la compilazione di un modello F24 da allegare alla propria dichiarazione dei redditi. Di seguito c’è la scala di valore del provvedimento in base ai ricavi dichiarati:
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