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Diete vegane: i punti ciechi secondo l’Organizzazione mondiale della sanità

Pubblicato da
Sophia Melfi

Un recente studio sull’impatto delle diete vegane, pubblicato dall’OMS, ha chiarito alcuni punti sull’origine di alcuni sostituti vegetali come hamburger o latte d’avena. Tutti i dettagli.

(Foto Pexels)

Un recente studio sull’impatto delle diete, condotto dall’OMS, ha affermato come alcuni sostituti vegetali, impiegati nelle diete vegane, come hamburger di soia o latte d’avena non siano affatto salutari. A confermarlo, la loro composizione chimica e ultra trasformata. Tutti i dettagli.

Diete vegane: hamburger vegetali e latte d’avena non sono salutari, la ricerca dell’OMS

L’Organizzazione mondiale della sanità ha analizzato l’origine di alcuni surrogati vegetali di carne e latte sostenendo come non siano affatto salutari. In alcuni casi, questi prodotti risultano ultra trasformati, cioè possiedono un elevato contenuto di grassi saturi, sale, zuccheri con un valore nutritivo nettamente insufficiente.

(Foto Pexels)

Hamburger vegetali, latte di soia e tutti quei sostituti vegetali che molte persone reputano salutari, nella maggior parte dei casi, risultano privi di vitamine, sali minerali e fibre necessari al benessere delle persone.

Anche se a base vegetale, questi alimenti potrebbero avere degli effetti negativi sulla salute in quanto eccessivamente lavorati. Come sottolineato dall’OMS, “non tutte le diete vegane o vegetariane sono salutari”. I nutrienti che mancano alla frutta e alla verdura andrebbero reintegrati, con l’aiuto di un nutrizionista, con alternative adatte come: legumi, frutta secca, cereali integrali e semi.

Nello specifico, micronutrienti come il ferro, lo zinco, la vitamina A, B12 e D, che si trovano solo in fonti animali, non dovrebbero mai mancare all’interno di una dieta equilibrata.

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Sostituti vegetali: quali sono i più raffinati da evitare

I sostituti vegetali più pericolosi per la salute sono quelli ultra lavorati e raffinati, dall’elevata densità energetica. Tra questi rientrano:

  • hamburger, salsicce, cotolette vegane;
  • bevande vegetali come latte di mandorla, latte di soia o latte d’avena;
  • yogurt vegetali;
  • formaggi vegani.

Oltre a risultare ricchi di grassi saturi, amidi e zuccheri, per garantirne una conservazione più duratura, vi sono aggiunte notevoli di aromi, additivi, coloranti ed emulsionanti. Infatti uno degli elementi cardine del mercato vegetale è l’appetibilità visiva.

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Questi alimenti devono essere simili, se non identici, ai corrispettivi di origine animale in modo da stimolare curiosità e interesse nell’acquisto. Per ottenere questo risultato, spesso vi si ritrovano sostanze raffinate che potrebbero nuocere alla salute delle persone.

Secondo l’OMS, basterebbe limitare il contenuto di alimenti di origine animale, cercando di non eliminarli del tutto. Infatti questi contengono nutrienti fondamentali per il benessere generale dell’individuo. Lo studio condotto sull’impatto delle diete vegane, inoltre, dovrebbe aprire gli occhi su alcuni punti ciechi di questo tipo di commercio che, spesso, tergiversa sulle esigenze reali dei consumatori.

Sophia Melfi