Il pagamento del canone Rai può essere evitato tramite apposita e regolare domanda di esenzione in diversi casi, in particolare se fai questa professione.
Canone Rai, con l’anno nuovo ritorna la tassa destinata a chi possiede almeno un televisore in casa e che ha come scopo quello di reperire ulteriori fondi da destinare alla Televisione di Stato. Dal 2016 la presenza del canone Rai è inserita in maniera costante all’interno della bolletta della corrente elettrica.
Una trovata che ha centrato l’obiettivo di ridurre l’evasione fiscale ma che ha generato un malcontento diffuso. L’importo del canone Rai ammonta a 90 euro all’anno, da versare in dieci pagamenti rateali da nove euro l’uno, nelle bollette della luce che vanno da gennaio ad ottobre.
L’importo del Canone Rai di recente è stato contestato dall’amministratore delegato della Tv statale, Carlo Fuortes, il quale già in più di una circostanza lo ha ritenuto fin troppo basso in relazione all’offerta disponibile agli utenti. Inoltre, facendo un paragone, il canone delle tv statali di altri Paesi europei arriva a costare anche più del triplo in certi casi, come con i 300 euro all’anno di Austria e Svizzera.
Canone Rai, chi è esonerato dal pagamento
Il canone in Italia è in assoluto il più basso in Europa. Ad ogni modo ci sono delle categorie che possono godere dell’esenzione. Basta fornire una comunicazione all’Agenzia delle Entrate compilando un apposito modulo reperibile sul sito web ufficiale dell’Ente.
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A chi spetta l’esenzione:
- anziani con età superiore ai 75 anni e con massimo 8mila euro i reddito annuo;
- chi non ha un televisore in casa;
- dipendenti e militari delle forze armate che vivono in Italia;
Inoltre, come riportato sul sito web dell’Enel, c’è anche un riferimento ad una specifica categoria di lavoratori che possono chiedere di non pagare il canone. Si tratta di chi svolge come attività quella di riparazione e rivendita di televisori.
Questa e le tre situazioni specificate permettono di potere risparmiare la cifra richiesta dallo Stato, che trattiene circa 16 euro su ogni versamento, mentre i restanti 74 euro vanno effettivamente alla Rai.
L’Agenzia delle Entrate ha comunicato poi altre categorie sulle quali non graverà il canone Rai e che potranno richiedere un rimborso. L’Ente ha fornito un codice tributo spiegando tutta la procedura da seguire per avere la compensazione del credito di imposta, con il rimborso dei 90 euro.
Ci sono altri casi di esenzione
Occorre compilare un modello F24 se si possiede partita IVA, allo scopo di ottenere la cifra già versata in precedenza. Però solo alcune partite IVA possono beneficiare di questo esonero, ed in particolare quelle pubbliche, quelle aperte per le strutture ricettive e che accolgono avventori, dove poter consumare bevande
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Tutto ciò era stato deliberato in virtù del Decreto Sostegni ed avrebbe avuto validità nel 2021. La partenza però è avvenuta in ritardo, all’incirca otto mesi dopo. Per cui questa è una procedura di rimborso, da espletare attraverso il codice tributo 6958, da indicare nella sezione “erario” presso le somme della colonna “importi a credito compensati”.
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Per il riversamento di questa agevolazione invece bisogna recarsi in “importi a debito versati” ed indicare come anno di riferimento il 2021.