Ecco alcuni consigli di una nutrizionista per evitare il prolasso uterino, una brutta condizione che riguarda numerose donne.
Ecco alcuni consigli di una nutrizionista per prevenire il prolasso uterino, una brutta condizione che riguarda numerose donne. Si tratta di una condizione non proprio semplice da affrontare e che consiste nel distacco dell’utero dalla sua parete. La vagina scivola all’interno e i sintomi sono:
- forti dolori addominali
- Incontinenza
- Stitichezza
- Infezioni urinarie
- Dolore durante l’intimità
- Fastidio quando si sta seduti
Le donne che subiscono questo danneggiamento hanno una sensazione di ingombro sulle parti intime, cistiti ricorrenti e dolori costanti. Tali condizioni non solo si possono prevenire ma, nei casi più levi, si persino curare efficacemente senza chirurgia. Una nutrizionista elenca alcune regole per prevenire i prolasso uterino.
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I consigli della nutrizionista: l’esercizio è essenziale per evitare il prolasso uterino
Per prevenire il prolasso dell’utero è importante avere una corretta postura, per questo motivo occorre fare esercizio fisico. Squat, ciclismo, pilates, yoga, tutti quegli sport che irrobustiscono e tonificano i muscoli pelvici. Inoltre, anche l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale per evitare o per risolvere determinati problemi.
Le donne in menopausa sono più soggette al prolasso uterino, proprio perché il loro pavimento pelvico è più debole. Oltre all’età e alla condizione fisica, anche il parto può portare al prolasso dell’utero, una situazione a rischio che colpisce molte giovani donne.
Anche in stato di gravidanza perciò, è importante non lasciare che il pube si indebolisca, continuando a fare esercizio fisico. Oltre all’alimentazione e allo sport, è utilissimo riposare. Le donne devono riposare per avere un migliore equilibrio ormonale. Secondo la nutrizionista, occorre riposare almeno venti minuti ogni pomeriggio.
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Ci son casi in cui molte donne, non avvertendo sintomi precisi, non si accorgono del prolasso, provando solo una sensazione di pesantezza vaginale. Nei casi più gravi, la chirurgia è l’unica soluzione. In quelli lievi, invece, si può intervenire istallando temporaneamente un anello, chiamato pessario, oppure con una terapia farmacologica a base di estrogeni.
