Stando alle ultime ricerche, fare attività fisica dalle 2 alle 5 ore al giorno ridurrebbe il rischio di contrarre il cancro. Tutti i dettagli.
Una nuova ricerca sta analizzando il rapporto tra attività fisica e tumori. Praticare sport, dalle due alle cinque ore ogni giorno, potrebbe prevenire il rischio di contrarre diversi tipi di cancro. La chiave del trattamento risiede proprio nelle funzioni dell’acido lattico. Tutti i dettagli.
Attività fisica: la chiave per il trattamento contro il cancro
Alcuni ricercatori dell’Università di Copenaghen hanno svolto alcune indagini scientifiche sulla correlazione tra attività fisica e cure contro il cancro. In particolare, hanno sottolineato come il processo di dispendio di grandi quantitativi di energia sia comune sia all’acido lattico che ai tumori.
Infatti questi ultimi producono lo stesso enzima dell’acido lattico in quanto crescono in fretta e hanno bisogno di consumare maggiore energia. Sembra che i ricercatori abbiano trovato un gruppo specifico di enzimi in grado di rimuovere il marchio dell’acido lattico, bloccando l’azione tumorale.
“Più conoscenze siamo in grado di generare sugli enzimi che sono in grado di rimuovere i segni dell’acido lattico, più facile sarà progettare nuovi farmaci in grado di colpire questi enzimi specifici”, ha dichiarato il professor Christian Adam Olsen.
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Modifiche epigenetiche ereditarie: un’eventualità
I ricercatori danesi hanno ipotizzato che queste modifiche epigenetiche relative alla produzione di acido lattico dei tumori possano essere ereditarie. “Se lo fossero, potrebbe essere interessante studiare il possibile effetto, ad esempio, della dieta, del sonno e dell’esercizio fisico sui segni epigenetici della prossima generazione”.
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Oltre ad aver sottolineato il ruolo chiave che svolgono gli enzimi in un possibile trattamento antitumorale, gli scienziati hanno messo l’accento sulle abitudini quotidiane di ogni individuo. Fare attività fisica, dalle due alle cinque ore al giorno, con dei momenti di riposo, aiuterebbe a prevenire diversi tipi di tumori.
L’obbiettivo è sempre quello di sviluppare farmaci e trattamenti con il minor numero possibile di effetti collaterali. Per fare questo, come sottolineato dai ricercatori, occorrerebbe un’indagine più approfondita sui singoli casi.