Meglio dormire poco o non dormire affatto? la risposta è scientifica e quindi inoppugnabile. Vediamo quindi cosa sia meglio fare
Va bene, ormai la notte è andata. L’hai trascorsa tutta in bianco: poco importa se stavi preparando quell’esame importante, o sei stato a far baldoria, o semplicemente hai sofferto di insonnia. Quel che conta è una sola cosa: non hai dormito. Prima che suoni la sveglia mancano un paio d’ore e qui sorge la domanda, dormire o non dormire? cosa è meglio? premesso che ormai le otto tranquille ore di sonno che gli esperti consigliano sono del tutto un miraggio, cosa sarebbe opportuno fare? La risposta al quesito ci viene dalla scienza e risulta molto chiara.
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Meglio dormire poco o non dormire affatto?
Sappiamo che quando dormiamo il nostro corpo vive un ciclo articolato. Il sonno viene definito come uno stato di riposo in cui la coscienza viene sospesa ed è un ciclo composto da più alternanze.
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Prima di arrivare alla prima fase di sonno REM, quella del sonno profondo veramente riposante, ci mettiamo un po’. Indicativamente infatti attraversiamo tra le tre e le quattro fasi prima di giungere alla prima fase di sonno REM; quest’ultima dura all’incirca 15 minuti: e sono i 15 minuti in cui sogniamo. Per far tutto questo ci impieghiamo verosimilmente un’ora e mezza. Ora, se avessimo tutta la notte ricominceremo il ciclo per addentrarci di nuovo nella seconda fase REM, solitamente più lunga, ma non abbiamo tempo. In due ore però riusciamo almeno a completare un ciclo di sonno che almeno ci riposa, meglio di niente.
Se il lasso di tempo scende al di sotto del tempo necessario per completare il ciclo di sonno, allora dormire o non dormire non fa quasi differenza.