Viviamo in un’epoca in cui il PC ha sostituito molte attività e la scrittura è una di queste; nonostante ciò vi potrebbe comunque capitare di imbattervi nel “crampo dello scrittore”. Vediamo in che cosa consiste.
Ti è mai capitato di avere dei dolori alle mani senza sapere il perché? Forse dopo movimenti ripetitivi che hai messo in atto per più e più volte? Se la risposta è sì, allora potresti avere il crampo dello scrittore.
Il nome di questo disturbo potrebbe trarre in inganno perché non è vero che interessa solo gli scrittori e che compare solo dopo aver scritto molto.
Infatti può interessare tante altre categorie che hanno come caratteristica in comune il fatto di utilizzare molto le mani. Cerchiamo di scoprire di più in merito a questo disturbo.
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Il crampo dello scrittore non è altro che un vero e proprio disturbo del movimento che interessa chi compie le stesse azioni, che sia durante il lavoro o nel tempo libero. Secondo alcuni studi il problema è stato maggiormente riscontrato nelle persone di età compresa tra 30 e 50 anni e negli uomini piuttosto che nelle donne.
Alla base della malattia potrebbero esserci, secondo un gruppo di studiosi francesi, delle anomalie nelle fibre che connettono diverse aree del cervello, così come le vie cortico-subcorticali. Si tratta dunque di un problema che interessa il cervello e gli impulsi nervosi connessi ad esso.
La forma più grave di crampo dello scrittore è infatti di tipo neuromuscolare e prende il nome di “distonia“. Questo disturbo si manifesta con alcuni spasmi involontari della mano che in alcuni casi possono essere anche dolorosi. Inoltre, durante lo svolgimento di determinati compiti le mani potrebbero assumere posizioni e posture anormali.
Purtroppo la causa di questo disturbo non è ancora nota. Però l’ipotesi più acclamata è di tipo genetico perché il 20% delle persone colpite ha un familiare affetto. Per chi contrae questo problema in tenera età a causa di un’assidua scrittura, si pensi ai bambini in età scolare, può essere consigliato l’utilizzo di penne particolari che consentano di modificare l’impugnatura oppure imparare a scrivere con l’altra mano.
In genere esistono diverse terapie che possono migliorare tale disturbo, però raramente si possono considerare risolutive. Le terapie orali più efficaci sono rappresentate da miorilassanti e/o antispastici oppure farmaci anticolinergici. Tra le terapie non farmacologiche, invece, vi possono essere tecniche di stimolazione magnetica, immobilizzazione e terapia occupazionale. Sono stati fatti anche interventi chirurgici di stimolazione cerebrale profonda (DBS) con buoni risultati. Nonostante ciò, per consigliare queste terapie i risultati dovrebbero essere replicati su casistiche ampie e studi in doppio cieco.
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La cosa migliore è quella di consultare un medico per evitare che questo disturbo venga male interpretato. Il sintomo di tremore e spasmi muscolari agli arti potrebbe essere infatti riconducibile ad altre patologie ben più gravi. Ad esempio la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson, di Wilson o un’altra condizione neurologica. (Serena Ponso)